Il vice sindaco di Mistretta, Vincenzo Oieni, “attacca” il Protocollo Antoci e minimizza il lavoro dei Cacciatori di Sicilia. La replica di Antoci

di Giuseppe Salerno
31/01/2018

“…ci sono allevatori che stanno subendo dei danni per colpa di questo benedetto maledetto protocollo Antoci… Non c’è bisogno dei Cacciatori dei Nebrodi perennemente nelle nostre aziende che, all’indomani del ritrovamento di un coltellino, escono titoli sui giornali ”

L’affermazione sembra stonare parecchio considerato che arriva da un rappresentante delle istituzioni, il vice sindaco di Mistretta, Vincenzo Oieni, nel corso del dibattito pubblico alla presenza di Edy Bandiera, neo assessore all’Agricoltura che, lo scorso lunedì, presso l’aula consiliare di Nicosia, ha partecipato ad un incontro al quale erano presenti rappresentanti delle Amministrazioni, sindaci, assessori e consiglieri comunali di oltre 30 comuni dei Nebrodi e delle Madonie.

Un’affermazione  che infiamma la platea (nella quale, pare, fosse presente qualche indagato per l’attentato Antoci) per effetto della disperazione in cui versano agricoltori ed allevatori siciliani che, negli ultimi anni, vivono la grave crisi del settore agricolo siciliano soprattutto i comparti zootecnico e cerealicolo. Crisi che ha portato molte aziende a tirare i remi in barca e a chiudere battenti. Chi sceglie di restare in campagna è costretto ogni giorno a fare i conti con i mancati pagamenti dei contributi da parte di Agea, le calamità naturali, le lentezze burocratiche, gli elevati costi di produzione e in ultimo la siccità. Proprio la grave siccità, di questi mesi, è stata il colpo di grazia ad un settore già fortemente penalizzato; gli agricoltori sono allo stremo e chiedono a gran voce l’attuazione di tutti gli strumenti possibili per avere una boccata di ossigeno.

“Rimango sorpreso ed indignato dall’atteggiamento di un amministratore pubblico, che da vice va a rappresentare il proprio sindaco, ponendo in maniera astiosa la tematica contro un processo di legalità che ha liberato e continua a liberare, in Sicilia e nel resto del Paese, gli agricoltori onesti dalle pressioni della criminalità – replica Peppe Antoci, presidente del Parco dei Nebrodi. E’ grave, inaudito ed inaccettabile che proprio un amministratore, il cui Comune ha sottoscritto il Protocollo di Legalità, possa considerare “maledetto” lo stesso, come maledetta è stata la notte in cui, per gli effetti di tale Protocollo, sia io che gli uomini della Polizia di Stato, abbiamo subito un attentato mafioso, tra i più efferati della storia della Sicilia. Dopo le stragi risalenti a 25 anni fa, che oggi viene attaccato un uomo delle istituzioni significa l’esatto contrario  di ciò che viene fuori dall’intervento sconsiderato del vice sindaco della città di Mistretta il quale, invece di dare valore alla presenza del reparto Cacciatori di Sicilia del Carabinieri, nel nostro territorio, considera gli stessi come coloro che trovando un coltellino lo utilizzano per fare titoloni sui giornali. Io, e tutte le persone che della legalità ne fanno pane quotidiano, non smetteremo mai di ringraziare l’Arma dei Carabinieri ed il suo Comandante Generale per la scelta storica. La scelta d’istituire un reparto che da serenità e sicurezza ad agricoltori ed allevatori i quali prima non potevano uscire dalle loro terre e dalle loro aziende agricole per paura che gli venisse rubato tutto, mentre adesso sono liberi di vivere una vita normale perché la paura adesso ce l’hanno i criminali. Di quanto accaduto e detto nell’aula del consiglio comunale di Nicosia, in queste ore, sono stati interessati gli organi competenti per le valutazioni e gli approfondimenti del caso. Appare chiaro che questa vicenda imbarazzante non ha fatto nient’altro se non turbare  serenità e rapporti istituzionali – conclude il Presidente Antoci. Sono certo che il sindaco di Mistretta saprà valutare e mettere in atto tutte le decisioni conseguenti, sgomberando il campo dall’imbarazzo istituzionale che investe sia  lui che la sua comunità alla quale per vicinanza e radici sono molto legato. Come ho avuto modo di dire in qualche occasione, il mio cuore e le mie radici sono divise tra Santo Stefano e Mistretta. Città alla quale continuerò a stare vicino e stimare, nonostante la caduta di stile del vice sindaco Vincenzo Oieni che la rappresentava all’incontro di Nicosia.”

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