Affittare una stanza è sempre più caro: +11% in un anno

di Redazione
20/05/2025

MILANO (ITALPRESS) – Trovare una stanza in affitto costa sempre di più. Secondo l’ultimo report pubblicato dal portale immobiliare idealista, i canoni per una stanza in abitazione condivisa sono aumentati in media dell’11,1% nell’ultimo anno, toccando quota 500 euro al mese a livello nazionale. Il tutto in un contesto in cui l’offerta cresce (22,6%), mentre la domanda si è raffreddata (-14,3%).
La distribuzione geografica dell’offerta resta fortemente polarizzata: il 70% degli annunci è concentrato in appena 20 città, principalmente ad alta densità studentesca. Milano domina, con il 33% dell’offerta totale, seguita da Roma (10,6%), Bologna (4,3%), Torino (3,2%), Padova (2,8%) e Napoli (2,2%). Oltre queste città, il mercato si frammenta progressivamente, con percentuali via via più esigue distribuite tra gli altri capoluoghi.
Le città con i maggiori aumenti su base annua sono Verona (46,7%), Firenze (40,5%), Venezia (40%), Como (35%) e Bari (33,3%). Rialzi significativi si registrano anche in centri universitari chiave come Bologna (31,9%), Genova (25%), Trento (21,6%), Parma (21,2%), Padova (16,3%), Roma (14,6%) e Napoli (14,3%). Le crescite a doppia cifra hanno raggiunto 35 capoluoghi dei 79 rilevati.
A contrastare la tendenza, 23 capoluoghi dove i prezzi sono stabili o in calo. Oltre a Milano, (- 4,1%) anche a Torino (-2%) evidenzia una contrazione nell’ultimo anno.
Nonostante una leggera flessione nell’ultimo anno, Milano resta la città più cara d’Italia, con una media di 700 euro per una stanza singola, seguita da Como (675 euro/mese), Bologna (600 euro/mese) e Roma (550 euro/mese). Anche Bolzano e Monza si attestano sulla stessa media di 550 euro al mese, al pari della Capitale. Firenze supera la soglia nazionale con una richiesta media di 520 euro. In linea con il dato medio italiano di 500 euro risultano città come Brescia, Lecco e Padova.
In tutti gli altri 77 capoluoghi monitorati da idealista, i canoni risultano inferiori alla media, con prezzi che variano dai 490 euro di Venezia fino ai 200 euro di Benevento. Potenza e Reggio Calabria, le città più economiche d’Italia per l’affitto di una stanza.
Nonostante ciò, al momento si registra un’offerta maggiore di stanze disponibili rispetto a un anno fa in 48 capoluoghi di provincia. Il maggior incremento dell’offerta si è registrato a Treviso (87,9%), Pordenone (86,7%) e Trento (73,1%). Offerta in aumento anche nei grandi mercati come Napoli (52,3%), Padova (45,5%), Milano (30,9%), Bologna (28,6%), Roma (19%) e Torino (3,7%).
Le diminuzioni più consistenti dell’offerta si sono verificate a Prato (-71,8%), Lucca (-61,4%), Como (-46%), Venezia (-44%) e Grosseto (-38,9%).
Il forte incremento dell’offerta ha raffreddato la pressione della domanda di stanze in appartamenti condivisi, in particolare nei principali centri universitari. Le diminuzioni più marcate si rilevano a Napoli (-49,6%), Padova (-35,5%), Milano (-25%), Palermo (-23,1%), Bologna (- 22,2%), Roma (-18,9%) e Genova (-18,1%).
Al contrario, alcune città evidenziano una crescita sostenuta della richiesta rispetto al primo trimestre del 2024: spicca Como, con un incremento del 143,7%, seguita da Venezia (112,2%), Cagliari (86%), Firenze (68,5%) e Torino (34,6%).
Il report di idealista traccia anche il profilo del tipico inquilino: età media 30 anni, con una tendenza alla selettività nella scelta dei coinquilini. Solo l’11% accetta la presenza di animali domestici, mentre il 25,6% è disposto a convivere con fumatori.
Le preferenze variano a seconda della città: a Milano solo il 3,9% accetta animali e appena il 10,3% tollera i fumatori, mentre a Roma le percentuali salgono rispettivamente al 10% e al 35,3%.
Per Vincenzo De Tommaso, Responsabile Ufficio Studi di idealista, “l’aumento dei canoni per le stanze in affitto è il risultato di una dinamica complessa. Da un lato assistiamo a un’offerta in forte espansione, spesso trainata da piccoli investitori che mettono a reddito singole stanze per ottimizzare la resa degli immobili. Dall’altro lato, nonostante un generale calo della domanda abitativa a livello nazionale, le aree ad alta attrattività – come i grandi poli universitari o le città con un forte mercato del lavoro – continuano a registrare una pressione abitativa costante. A ciò – conclude De Tommaso – si aggiunge l’inflazione e l’aumento dei costi di gestione, che vengono trasferiti sui canoni. Il risultato è un mercato sempre più competitivo, in cui trovare una soluzione economica, soprattutto nelle grandi città, è diventato estremamente difficile”.

– foto ufficio stampa Idealista –
(ITALPRESS).