Capo d’Orlando e la politica persa

Da un ventennio la vita politica ed economica di Capo d’Orlando si è nutrita di due semplici elementi: quella che ha determinato le decisioni,  portando affari per pochi e quella che ha giudicato e commentato da fuori,  esercitata da pochi cittadini , come le associazioni, i blog o i social network, con l’esito che chi decideva non ascoltava e chi osservava e proponeva non contava. Oggi sarà bravo chi riuscirà a  rompere l’incantesimo della politica spezzata tra un dentro che decide e un fuori che sente di avere un ruolo rilevante e non più indifferente all’andamento delle cose politiche. Ricordiamoci che non esiste una moralità pubblica ed una moralità privata, la moralità è una sola e vale per tutte le manifestazioni della vita e chi si approfitta della politica per prendere o occupare poltrone non è, e non sarà  mai  un politico, ma un affarista. Per molti la confusione creata ad arte è il modo voluto per indicare un ordine che non si capisce e far apparire che tutto vada bene, anche nei momenti di emergenze come questi.

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Pubblicato da
Carlos Vinci