Carni infette, l’esperto: “Le procedure di eradicazione delle malattie sono aggirabili”

Casi clinici “dubbi” che necessitano di ulteriori approfondimenti: “A questo punto, si procede ad una valutazione complessiva dello stato di salute dell’animale – racconta la nostra fonte – se altri fattori confermano la positività il capo verrà isolato ed entro quindici giorni condotto al macello. Qui, in presenza di lesioni diffuse, si procederà a distruggere la carcassa verrà, mentre in presenza di lesioni localizzate, la carne dell’animale verrà destinata al libero consumo. Laddove, invece, l’esito delle indagini non confermi la positività dell’animale – precisa – questo, trascorsi 60 giorni, dovrà essere nuovamente testato”.

 

Indice di malattia conclamata è il superamento della soglia minima: “Più aumenta la consistenza dell’edema, maggiore e dolorosa sarà la sensibilizzazione dell’animale alla semplice palpazione, dovuto al rigonfiamento dei linfonodi interessati. Talvolta – aggiunge l’esperto – quando la malattia raggiunge lo stadio terminale la reazione cutanea potrebbe addirittura non manifestarsi. Sino a quando il sistema immunitario riesce a isolare il batterio l’animale appare sano, quando l’organismo non riesce più ad aggredire la malattia questa inizia a manifestarsi”.

 

Si chiama “Collasso delle resistenze” ed è la fase terminale: “Il corpo dell’animale è completamente devastato; non esiste più nulla, non esiste sistema immunitario, solo tubercolosi. In queste condizioni i test tradizionali si rilevano inefficaci e l’animale risulterà negativo”.

 

Ed è casi come questo e in quelli “dubbi” che l’utilizzo del Gamma Interferon si rivelerebbe decisivo: “Sarebbe opportuno e auspicabile che l’uso del Gamma Interferon affiancasse la procedura standard, perché quest’ultima, che utilizza la Ppplo – sostiene l’esperto – non garantisce tempi diagnostici egualmente brevi. Si tratta di una sostanza, la cui efficacia è riconosciuta a livello mondiale, capace di individuare in soli sei giorni la malattia”.

 

Una procedura celere ed efficace, caldeggiata dagli stessi allevatori, che in Sicilia continua ad essere osteggiata dalla politica: “E’ l’assessorato regionale alla Salute ad autorizzarne l’utilizzo del Gamma Interferon – spiega durante l’intervista la nostra fonte – mentre i relativi costi sono interamente a carico di quegli allevatori che già subiscono un danno economico considerevole quando, laddove sia verificata la positività di un capo, la movimentazione della mandria in uscita dall’allevamento subisce uno stop di un anno e mezzo. Una tempistica legata alla procedura di campionamento standard”.

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Pubblicato da
Emma De Maria