Castel di Lucio, torna “A Notti Santa a Castidduzzu… Anno Domini 1595”

Per la rappresentazione della nascita di Gesù, a Castel di Lucio, si è mobilitata tutta la comunità. Un momento di grande gioia e condivisione intorno al significato profondo del Natale. Ma anche un’occasione per riflettere sull’importanza della famiglia, della solidarietà e dell’amore universale. 

Uno spettacolo unico, messo in scena la sera del 27 dicembre che verrà riproposto il prossimo 30 dicembre a partire dalle ore 21, con costumi tradizionali, nella rappresentazione di un presepe che richiama un antico quartiere  dove le scene della natività prendono vita e luci, i suoni, i colori creano un’atmosfera magica e coinvolgente, trasportando tutti i presenti in un viaggio nel tempo.

Era il 1223 quando a Greccio, San Francesco, il poverello di Assisi,  con ardore e semplicità,  volle rappresentare il mistero del Dio fatto carne realizzando il primo presepe della storia.

800 anni dopo l’Azione Cattolica, con il patrocinio del Comune, imitando i sentimenti di Francesco, ha deciso di reincarnare l’antica e sempre nuova “Speranza” tra le viuzze strette e le case intrecciate del borgo di Castel di Lucio, in un contesto storico travagliato e lieto.

Era infatti la fine del 1500 la comunità Castelluccese attraversava un periodo difficile, le ondate di epidemia di peste flagellavano l’allora Castelluzzo, seminando morte e sofferenza, ma è proprio in quel contesto disperato che iniziano a sbocciare germi di speranza. Da pochi anni infatti i frati francescani avevano fondato il primo convento, dando inizio ad una secolare e fruttuosa simbiosi tra frati e Castelluccesi,  “culla dei francescani di Sicilia” verrà definito Castelluzzo due secoli più tardi… ed è tra il 1589 e il 1590 che il cappuccino fra Matteo portò in paese un frammento del corpo di San Placido, evento provvidenziale che da allora segnò l’identità degli abitanti del piccolo centro nebroideo.

E’ stato e sarà proprio questo il contesto storico e culturale che avvolgerà, con i suoi costumi modesti,  i visitatori, tra le antiche maestranze alcune tramontate, tra odori di umiltà e gusti del passato, tra il rumore gioioso dell’incudine e della càssita…con gli occhi sempre fissi al piccolo e tenero Gesù bambino, verbo incarnato, verranno solcate le stradine del quartiere “Castello” col freddo pungente, ma il cuore riscaldato dall’incontro con il Messia. 

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Redazione