Foggia Film Festival, il premio come miglior film va ad Antonio Turco

Antonio Turco, con il docufilm “Il Francesco di Palermo”, si è aggiudicato il premio come miglior film, nella sezione University Awards, alla 9° edizione del Foggia Film Festival, tenutosi nella città pugliese dal 24 al 30 novembre.

Una rassegna che si pone l’obiettivo di promuovere il linguaggio audiovisivo del cinema italiano, favorire la conoscenza di nuovi autori, la circolazione del documentario italiano, sostenere la visibilità di opere sperimentali che non trovano adeguata distribuzione, con particolare attenzione alle cinematografie e tendenze artistiche emergenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Al concorso che sostiene iniziative rivolte alla formazione degli studenti e delle giovani generazioni, organizzando rassegne, convegni, seminari di studio, laboratori, workshop e tutte le iniziative editoriali funzionali all’obiettivo, “Il Francesco di Palermo”, il film del 22enne di Mistretta interamente dedicato alla missione “Speranza e carità” di Biagio Conte, prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia, sede Abruzzo, si aggiudica il premio di miglior cortometraggio.

Un viaggio, interamente girato dal giovane regista Antonio Turco, all’interno della missione fondata dal missionario laico Biagio Conte, che, emulando Francesco D’Assisi, si spoglia delle proprie vesti rinunciando ai propri averi, per cercare di rispondere alle drammatiche situazioni di povertà ed emarginazione della sua città natale, ha conquistato la giuria, sedotta dalle immagini, girate dal giovane regista, che ritraggono “quel posto” in cui, nella zona periferica di Palermo, tra la stazione centrale e il quartiere Brancaccio, barboni, vagabondi, giovani sbandati, alcolisti, ex detenuti, separati, prostitute profughi, immigrati, vivono l’un per l’altro, chiamandosi tutti fratello e sorella, senza alcuna distinzione.

Un film vero come vera è la quotidianità del centro di accoglienza che ospita più di 1000 persone, fra uomini donne e bambini, dalla quale Antonio ha saputo magistralmente cogliere l’essenza della carità messa in pratica, riprendendo la sofferenza ed il sentimento profondo dell’accoglienza e dell’essere cristiano che vive l’amore praticando le opere di misericordia.

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Pubblicato da
Giuseppe Salerno