Galati Mamertino, la battaglia per gli alberi del Tornello: “Non si taglia un’identità”

di Salvo Lapietra
14/06/2025

GALATI MAMERTINO – Una petizione con 164 firme, una lettera aperta, mesi di silenzi istituzionali, e intanto quei pini continuano a resistere nel cuore della villetta del Tornello. Ma per quanto ancora? È da qui che parte una battaglia di civiltà, ambientale e culturale, che sta agitando la piccola comunità nebroidea, dividendo opinioni, alimentando discussioni, ma anche generando una partecipazione che raramente si era vista così viva attorno a uno spazio pubblico.

“Ci siamo mossi perché nessuno ci ha ascoltati”

La battaglia degli alberi secolari di Galati Mamertino di Nino Amadore

Nel centro dei Nebrodi il Comune ha deliberato la rimozione degli alberi per motivi di sicurezza, ma un gruppo di cittadini ha risposto con una petizione popolare per la loro salvaguardia

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La storia comincia ufficialmente il 27 giugno 2024, quando un gruppo di cittadini protocolla una petizione popolare per chiedere la salvaguardia degli alberi secolari del Tornello. Nessuno chiede l’immobilismo. La richiesta, spiegano, è semplice: trasparenza, ascolto, e soprattutto una progettazione complessiva, che tenga insieme la sicurezza e la tutela del paesaggio.

“Non vogliamo bloccare niente – si legge nella lettera aperta firmata da promotori e promotrici – ma pretendiamo che scelte così impattanti non vengano prese nel silenzio, senza un confronto reale con la comunità”.

A colpire, più dei toni, è il vuoto: la petizione rimane per mesi senza risposta. Solo a maggio 2025, dopo sollecitazioni continue, l’Amministrazione comunale acquisisce una relazione agronomica che parla di “manutenzione non ottimale” e della necessità di intervenire sulle radici degli alberi. Ma nulla, nel frattempo, viene detto su un possibile progetto di riqualificazione dell’area.

“Il verde non è un problema: è parte della soluzione”

Alla base della decisione di abbattere gli alberi c’è una delibera di Giunta, la n. 128 del 30 maggio 2024, che ordina la rimozione degli alberi per motivi di sicurezza. Le radici sarebbero invasive, avrebbero danneggiato muretti perimetrali e vialetti. Ma i cittadini non ci stanno: chiedono se si sia valutata davvero ogni alternativa tecnica.

“Non è tecnicamente possibile salvaguardare il verde esistente intervenendo in altro modo?”, scriveva mesi fa il giornalista Giuseppe Salerno su Nebrodinews, facendosi eco di una preoccupazione condivisa da molti.

Fabio Cannizzaro, cittadino di Galati, commentava pubblicamente:

“Davvero non si può pensare a una soluzione alternativa…? Quegli alberi sono diventati poeti del nostro paesaggio.”

Per molti, insomma, il punto non è il “se”, ma il “come”. Nessuno mette in dubbio il bisogno di agire, ma lo sguardo corto e l’assenza di una visione sono la vera emergenza.

Il silenzio di Palazzo

Dall’Amministrazione, finora, nessuna dichiarazione ufficiale alla stampa. I riferimenti alla sicurezza sono affidati alla delibera e alle carte tecniche, ma il confronto pubblico, anche dopo la relazione agronomica, non è mai stato aperto.

Eppure il Regolamento comunale sulle petizioni parla chiaro: la risposta dell’Ente andava fornita entro tempi precisi. Non è successo. E il tempo, in questa storia, sembra essere sempre a favore del taglio, non della condivisione.

La villetta come simbolo

La villetta del Tornello non è solo un giardino con alberi. È, per tanti, un luogo della memoria, del gioco infantile, del riposo, della quotidianità. Un luogo che, negli anni, ha vissuto fasi alterne ma che continua a essere centrale nell’immaginario collettivo.

Ed è forse questo, più del rischio delle radici o del degrado progressivo, che ha spinto decine di persone a muoversi, scrivere, firmare, partecipare.

Cosa chiedono i cittadini

Le richieste sono chiare:

  • Subordinare qualunque intervento a una progettazione integrata che tenga conto degli aspetti ambientali, geologici, paesaggistici e sociali.
  • Affiancare al taglio (se inevitabile) un vero piano di riqualificazione e ripiantumazione, con tempistiche, fondi e responsabilità definiti.
  • Garantire in futuro ascolto attivo e partecipazione civica alle scelte che riguardano i beni comuni.

“Non siamo un comitato politico – si legge ancora nella lettera – non parliamo a nome di gruppi consiliari. Parliamo a nome nostro. Vogliamo solo un paese migliore, più trasparente, più rispettoso.”

Verso dove si va?

La mobilitazione, al momento, non ha prodotto un cambio di rotta ufficiale. Ma ha fatto qualcosa di altrettanto importante: ha acceso una discussione. Ha fatto emergere un senso civico che spesso, nelle piccole comunità, dorme sotto la superficie.

Il destino degli alberi del Tornello resta incerto. Ma una cosa è chiara: da questa vicenda Galati Mamertino esce diversa. Più consapevole, più attenta, forse più esigente. E non è poco.

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