Gli scout Nebrodi e Madonie contro la chiusura del punto nascita di Sant’Agata

di Davide Di Giorgi
15/12/2021

Le comunità scout Agesci della Zona Nebrodi e Madonie, che svolgono la propria attività a favore dei giovani all’interno della zona nebroidea e madonita, un territorio ampio che si snoda da Cefalù a San Piero Patti, vogliono esprimere la propria preoccupazione nei confronti della chiusura del Punto Nascita del nosocomio del comune di Sant’Agata di Militello.

“La chiusura, avvenuta ormai due anni fa, lascia 150 km della provincia di Messina scoperta – si legge in una nota – In questo territorio viene quindi meno l’assistenza e le cure adeguate alle mamme, ai bambini ed alle famiglie. Le scelte amministrative e politiche sottraggono barbaramente alle nuove vite ed alle loro famiglie, un diritto fondamentale, sul quale nessun organo amministrativo e politico dovrebbe venire meno nel garantire e vigilare che ciò avvenga nella maniera più adeguata: il diritto alla salute ed a partorire i propri figli in sicurezza, senza dover rischiare di fare una corsa contro il tempo, mettendo così a repentaglio molte vite.

Come comunità scout Agesci, impegnati da sempre, nell’educazione dei giovani, sappiamo quanto sia necessario per il benessere e la vita di ciascun individuo, vivere in un territorio che offre progresso e tutela da ogni punto di vista. Crediamo che sia alquanto dannoso vivere in una società che manifesta disimpegno, poiché i ragazzi apprendono dai modelli che gli vengono proposti. Che esempio proponiamo alle nostre generazioni? Una politica del benessere e della cura educa generazioni sensibili al benessere, alla cura ed al rispetto dell’altro, generazioni consapevoli di quanto sia importante vivere in territorio che offre ai propri cittadini servizi, perché le amministrazioni hanno a cuore la loro tutela.

È questo che vogliamo denunciare, la totale mancanza di cura, e vi chiediamo di rimettere al centro il cittadino, le giovani vite, le madri, le famiglie e l’intera popolazione deve essere tenuta a mente. Non possiamo più sentirci messi da parte, vedere i nostri i diritti negati.

Inoltre dai 350/400 parti l’anno, almeno 200/250 sacche di sangue, prelevate dal cordone ombelicale, venivano inviate alla banca del sangue di Sciacca, come cellule staminali, che successivamente venivano ammesse in un circuito internazionale, per curare bambini affetti da leucemia. Molte sacche nel tempo sono state compatibilizzate e risultate idonee alla donazione e quindi alla piena risoluzione della malattia di cui i bambini erano affetti. Dovrebbe bastare solo questo per far riaprire immediatamente il Punto Nascita di Sant’Agata di Militello.

Come Associazione scout speriamo in un risveglio delle coscienze perché abbiamo a cuore la vita dei giovani presenti sul territorio, il diritto alla cura ed a nascere in sicurezza. Non possiamo permettere che venga ucciso il loro futuro“.

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