Grandi opere custodite sui Nebrodi “all’Arte nel Seicento” di Taormina

La pala d’altare Madonna degli Angeli e la tela di Sant’Antonio, conservata nella chiesa di San Francesco, le tele l’Albero Genealogico dei Cappuccini e la Flagellazione di Stomer, custodita nel Palazzo Comunale “Mastrogiovanni Tasca”,  di Mistretta; la pala d’altare Santa Maria degli Angeli con santi Francescani, Chiara e Francesco d’assisi, San Felice da Cantalicia, realizzata nel 1722 dal pittore fiammingo  Guglielmo Borremans conservati nella Chiesa del Convento di Pettineo;  la tela Madonna degli Angeli, con i santi Francesco e Chiara D’Assisi e Matteo e Caterina d’Alessandria, di Alberti Durante 1580 custodite dalle suore nella Chiesa dei Cappuccini di Tusa; le tele di Sant’Agata e di Santa Caterina d’Alessandria conservate nel Museo “Torre Capitania” di Troina faranno parte del grande patrimonio pittorico, in parte sconosciuto a molti storici dell’arte, al quale è dedicata una straordinaria mostra, “L’arte del Seicento nei conventi cappuccini del Valdemone”, che verrà allestita a Taormina presso Palazzo Ciampoli, dal 14 maggio – 14 settembre 2022.

Una ricca selezione di grandi pale d’altare, tavole e sculture provenienti da remoti conventi di montagna, chiese della provincia di Messina e comuni delle zone di Catania ed Enna. Aree, queste, che anticamente perimetravano il Val Demone, uno dei tre valli con cui i geografi arabi intorno all’anno mille ripartirono la Sicilia assecondando le divisioni formate da corsi d’acqua e catene montuose.

La mostra sull’arte nei conventi Cappuccini è organizzata dal Parco Archeologico Naxos Taormina, diretto da Gabriella Tigano, ed è promossa dalla Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Messina e da Intervolùmina, associazione culturale formata da bibliotecari ed archivisti guidata dal presidente Giuseppe Lipari. La responsabilità scientifica del progetto è della Soprintendenza per i Beni Culturali di Messina, diretta da Mirella Vinci, e la curatela è affidata alle storiche dell’arte Stefania Lanuzza, ideatrice dell’esposizione, e Virginia Buda.

Una trentina le opere che giungeranno a Palazzo Ciampoli, fra queste anche dipinti di notevoli dimensioni i prestiti provengono dal MuMe (Museo regionale interdisciplinare) di Messina, dal Museo Fra’ Gianmaria da Tusa di Gibilmanna, dalla Pinacoteca Zelantea di Acireale, dal Museo civico di Castroreale e dai conventi di Adrano, Francavilla di Sicilia, Messina, Milazzo, Mistretta, Pettineo, Savoca, Randazzo, Tusa e Troina. Tra gli artisti in mostra i nomi più noti sono Scipione Pulzone, Durante Alberti, Giovanni Lanfranco, Mathias Stomer, Guglielmo Borremans, Onofrio Gabrieli, Giacinto Platania e i frati Feliciano da Messina e Umile da Messina.

Quattro le sezioni espositive: le prime tre sono scandite da scelte iconografiche caldeggiate dall’Ordine (la natura umana e divina di Cristo; la Madonna degli Angeli; figure di santi e sante cari ai frati cappuccini siciliani: San Francesco, Santa Caterina d’Alessandria e poi le popolarissime Sant’Agata e Santa Lucia); la quarta sezione è dedicata ai frati Umile e Feliciano da Messina, al secolo rispettivamente Jacopo Imperatrice e Domenico Guargena: entrambi frati cappuccini ma con una formazione artistica di alto spessore essendo cresciuti nelle botteghe del pittore caravaggesco Alonso Rodriquez e del fiammingo Abramo Casembrot, maestri indiscussi della pittura del Seicento a Messina. In mostra anche una preziosa selezione di volumi appartenenti al fondo antico della Biblioteca dei Cappuccini di Messina e coevi ai materiali artistici.

Alla mostra è dedicato un catalogo, prodotto dal Parco Naxos Taormina, con saggi e schede redatti da storici dell’arte ed esperti del patrimonio culturale dei conventi Cappuccini siciliani: una straordinaria occasione di studio per la comunità scientifica chiamata a pronunciarsi su alcune attribuzioni che certamente alimenteranno il dibattito culturale fra gli storici dell’arte. Lo studio comparato includerà anche quelle opere che, per limiti di natura logistica, non saranno esposte a Taormina ma sono funzionali alla narrazione e completano lo studio del segmento storico preso in esame. La cura editoriale del catalogo è affidata a Virginia Buda, Stefania Lanuzza, Giuseppe Lipari e Gabriella Tigano. Strategico il ruolo dell’associazione Intervolùmina che, traendo spunto dal tema della mostra di Taormina, oltre a predisporre itinerari di visita nei conventi cappuccini ancora visitabili – e dunque promuovendo la conoscenza e l’attenzione della comunità su questo patrimonio semisconosciuto e pressoché inaccessibile – sta curando anche un progetto di raccolta fondi (fundraising) per finanziare il restauro di alcune opere. Info  per la donazione sul sito www.intervolumina.it.

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Pubblicato da
Giuseppe Salerno