La discarica a cielo aperto lungo la scorrevole Rocca-Galati: inciviltà e omissioni

di Gabriele Amadore
10/09/2025

Doveva essere l’ultimo presidio di una cultura contadina, la rappresentazione fisica di quella Valle dei mulini che arrivava fin sopra i comuni di Longi e Galati Mamertino. Mulini ad acqua punti di rifermento per la fertile agricoltura della zona. Per salvarlo, al tempo in cui è stata costruita la scorrevole che porta a Galati Mamertino, furono fatti i salti mortali, ma oggi il cosiddetto Mulino Arancera, lungo lo scorrimento veloce Rocca di Caprileone–Galati, è caduto nel dimenticatoio e nessuno sa più di cosa si tratta. Non solo è diventato una discarica a cielo aperto: uno scandalo quotidiano.

In un primo momento l’obiettivo era quello di rimuovere la fitta vegetazione e i detriti che ostacolavano lo scorrere delle acque e mettevano a rischio le infrastrutture viarie dal torrente “Due Fiumare”, un’operazione attesa da circa trent’anni, ma quei materiali non sono mai stati smaltiti. Oggi, a quel cumulo iniziale, si sono aggiunti sacchi di immondizia, scarti edilizi, elettrodomestici rotti, mobili buttati come se la strada fosse una pattumiera. Una montagna di degrado che cresce giorno dopo giorno.

L’inerzia delle istituzioni e l’inciviltà dei cittadini

Non si tratta solamente di una questione ambientale, di fatto un territorio ridotto a discarica perde dignità e perde attrattiva. Lasciare che un’area pubblica diventi un luogo di scarico dei rifiuti significa condannare l’intera comunità a convivere con il degrado e con un messaggio devastante: qui le regole non valgono, qui tutto è permesso. Oggi, al posto di quel patrimonio, restano solo cumuli di rifiuti e l’immagine di un passato cancellato dall’indifferenza generale.

La colpa va attribuita in primis alle istituzioni, ai sindaci dei comuni che hanno lasciato l’area in stato di abbandono senza pianificare una bonifica. Mentre i cittadini, incivili, approfittano della mancanza di vigilanza per liberarsi illegalmente dei propri rifiuti. Il risultato? Un disastro ambientale che si riproduce da sé: dove c’è abbandono, nasce altro abbandono. Dove non c’è controllo, vince l’illegalità quotidiana, questa non è solo una questione ambientale, ma un problema di civiltà.

Basta silenzi: servono azioni immediate

Non servono più promesse, servono fatti concreti, immediati e visibili. La bonifica deve essere eseguita senza ulteriori attese, perché ogni giorno di ritardo alimenta il degrado e moltiplica i danni ambientali e sociali. Non basta rimuovere i rifiuti occorre predisporre una vigilanza costante, capace di scoraggiare e punire chi continua a trattare il nostro amato territorio come una discarica privata.

Un territorio che dice di voler crescere, attrarre turismo, creare lavoro e offrire dignità ai suoi abitanti non può restare ostaggio dei rifiuti e dell’inciviltà. Se la politica continuerà a girarsi dall’altra parte, rifugiandosi nell’immobilismo, e i cittadini non riscopriranno il valore del bene comune, l’area del Mulino Arancera resterà non soltanto un simbolo di abbandono e la fotografia amara di una comunità lasciata sola, tradita e condannata a convivere nel degrado.

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