Il caso Halaesa: revocata la direzione scientifica a chi ha scoperto il teatro. Il Comune di Tusa: “Atto illegittimo”
Una revoca senza motivazioni, un cantiere archeologico lasciato senza direzione e la diffida nei confronti della docente che ha guidato gli scavi negli ultimi anni. È quanto denuncia il Comune di Tusa in una lettera protocollata e inviata a Presidenza della Repubblica, Ministero della Cultura, Regione Siciliana, Prefettura e organi accademici italiani e francesi.
Il documento riguarda il sito archeologico di Halaesa Arconidea, dove dal 2016 operano missioni scientifiche internazionali coordinate dall’Université de Picardie Jules Verne (Amiens), insieme alle Università di Oxford, Messina e Palermo. Questa collaborazione ha portato a quella che il Comune definisce “la più grande scoperta archeologica e scientifica degli ultimi anni in Sicilia”: il Teatro ellenistico-romano di Halaesa, indicato nella nota come “il quarto teatro di pietra più grande della Sicilia”.
Che cosa denuncia il Comune
Nel documento si legge che la Soprintendenza di Messina ha revocato la convenzione con l’Università di Amiens e diffidato la direttrice della missione archeologica, Michela Costanzi, dal recarsi presso il sito di scavo. L’amministrazione comunale definisce il provvedimento:
«illegittimo ed immotivato, un colpo mortale per la dignità ed il ruolo delle istituzioni»
Secondo il Comune, la docente francese risiede stabilmente a Tusa durante gli scavi, segue i lavori in maniera continuativa e ha diretto le attività che hanno portato alla scoperta certificata del teatro. La nota ricorda inoltre che l’Università francese, diversamente dalla Soprintendenza, investe da dieci anni su questo progetto con “provvedimenti accademici precisi” e “protocollo scientifico puntuale”, senza generare costi per la Regione Siciliana.
Il tema dei costi
Il Comune afferma che:
- Tutti i costi di permanenza e ospitalità degli studenti sono sostenuti da Tusa con fondi comunali
- L’Università di Amiens copre i costi scientifici e mette a disposizione la docente direttrice
- La Soprintendenza non sostiene alcun costo per la presenza dell’équipe francese
Nel documento si precisa che la docente è “messa a disposizione senza spese per la Regione Siciliana” e che la proprietà scientifica del ritrovamento “spetta agli scopritori e dunque all’Università francese”.
La scoperta e il riconoscimento
La nota richiama l’intervento dell’allora Assessore regionale ai Beni culturali e archeologo Sebastiano Tusa, che, secondo quanto scritto, si recò personalmente a Tusa per complimentarsi con la missione e con l’Amministrazione comunale. È questo il passaggio in cui la scoperta viene definita “eccezionale” e attribuita alla ricerca condotta dall’Università di Amiens.
Perché la revoca è contestata
Il Comune sostiene che l’atto ignori un’altra convenzione “vigente, firmata dal Rettore dell’Università, dal Sindaco e dal Direttore del Parco Archeologico” che permette ad Amiens di continuare a scavare anche in cooperazione con altre università. Tali convenzioni, si legge, riguardano anche le Università di Messina, Oxford e Palermo.
La revoca, secondo Tusa, avviene inoltre a favore di funzionari che in precedenza avevano negato l’esistenza del teatro. Il documento riporta che tali funzionari “affermavano che ad Halaesa non ci fosse il Teatro” definendo l’ipotesi “una mera invenzione del Sindaco Tudisca”.
La posizione del Sindaco
Il Sindaco di Tusa, Angelo Tudisca, annuncia che si recherà personalmente e quotidianamente sul sito per documentare presenze e assenze nei cantieri:
«Provvederò personalmente a recarmi quotidianamente sul sito per redigere il giornale di scavo, annotando chi sarà presente sui luoghi e per quanto tempo»
Tudisca precisa inoltre che, alla data della nota (19/11/2025), sul cantiere non era presente alcun dirigente, né Soprintendente, né RUP, né Direzione Lavori, né archeologo.
Il punto finale
Il Comune conclude chiedendo l’immediato ripristino delle attività scientifiche delle università e un intervento delle istituzioni per evitare che, citiamo, “un esempio positivo di ricerca e sviluppo turistico venga vanificato dalla mala burocrazia”.