L’Associazione Aldebaran sensibilizza gli studenti contro violenza e cyberbullismo

Stalking, maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Cyberbullismo e trappole di Internet. Sono solo alcuni dei temi affrontati con i più giovani, all’interno delle scuole del comprensorio nebroideo, dall’Associazione Antiviolenza Aldebaran Onlus che ha sede presso il Tribunale di Patti e che, per il terzo anno consecutivo è impegnata nella sensibilizzazione su argomenti socialmente rilevanti. Psicologi ed avvocati danno un contributo importante al contrasto di tutte le forme di violenza, promuovendone la prevenzione.  Ne abbiamo parlato con il presidente, l’Avvocato Antonella Marchese (nella foto). 

Il nome della vostra associazione, ricorda la stella più luminosa della costellazione del Toro, un barlume di luce nell’oscurità. E’ l’obiettivo che si pone, dare una speranza a chi pensa di non avere via d’uscita?

Si, Aldebaran è la stella più luminosa della costellazione del Toro, nonché la quattordicesima più luminosa del cielo notturno. Il logo dell’associazione è rappresentato proprio da questa stella, che irradia i suoi raggi di luce, posta al centro di uno sfondo di colore blu scuro che rappresenta, per l’appunto, il cielo notturno. Così come la stella che porta questo nome, l’Associazione Antiviolenza Aldebaran vuole essere una luce, una speranza per tutti quelli che si trovano nel tunnel scuro della violenza. Rappresenta quello che cerchiamo di realizzare anche attraverso una intensa opera di sensibilizzazione al fenomeno delle violenze e di informazione sugli strumenti giuridici posti dall’ordinamento a tutela delle vittime”.

Il nostro territorio, non più di altri, all’occhio comune sembra essere piuttosto omertoso a riguardo. Ma forse c’è un’ondata di consapevolezza diversa, che sta muovendo l’universo femminile. Lei svolge la professione forense. Nella sua esperienza, le donne denunciano la violenza sessuale, i maltrattamenti subiti in famiglia oggi più di ieri o no?

Nella mia esperienza professionale riscontro un aumento dei procedimenti per questi reati. Ciò è indice del fatto che, oggi più che in passato, le donne stanno acquisendo una maggiore consapevolezza dei propri diritti e degli strumenti di tutela. Solo per fare un esempio, secondo una statistica condotta dall’Arma dei Carabinieri sul territorio della provincia di Messina, dal 2016 al 2017 è stato riscontrato un aumento del 307% delle denunce per reati relativi a violenza di genere”.

Avete aperto anche uno sportello di ascolto, operativo tutti i sabati dalle 10 alle 12 presso il Tribunale di Patti. Chi si rivolge alla vostra associazione è esposto a discriminazioni, mobbing, stalking, fenomeni di violenza?

“Lo sportello di ascolto è operativo già dal 2016 ed è composto da avvocati e psicologhe/psicoterapeute che forniscono consulenza legale e psicologica a chiunque sia vittima di violenze di qualsiasi genere. I colloqui si svolgono in riservatezza.  Lo sportello è operativo il sabato, dalle ore 10 alle ore 12, ma è possibile contattarci anche telefonicamente al numero 391.43.33.004”.

L’impegno della vostra associazione si rivolge anche alle scuole medie e quindi a quella fascia di età che maggiormente può essere esposta a fenomeni come il cyberbullismo e le trappole di Internet. Come sono, secondo la vostra esperienza, i ragazzi del nostro territorio?
Smaliziati rispetto ai rischi, ingenui, facilmente influenzabili?

Anche quest’anno, come già in precedenza, stiamo portando avanti una campagna di sensibilizzazione nelle scuole. Il tema che abbiamo scelto è il cyberbullismo e le trappole di internet. Devo dire che stiamo incontrando dei ragazzi che hanno già affrontato con gli insegnanti la tematica del bullismo, che ci seguono con attenzione e interagiscono con noi ponendoci quesiti che sono spunto di tante riflessioni. Per quanto riguarda la loro posizione rispetto ai rischi dell’uso non corretto di internet, che nella nostra campagna stiamo ricollegando soprattutto al fenomeno del cyberbullismo ma non solo, secondo me c’è ancora bisogno di ulteriore sensibilizzazione perché, purtroppo, le insidie della rete sono davvero numerose e molto spesso vengono sottovalutate. Proprio per questo abbiamo voluto, tra i relatori, anche un ingegnere esperto di informatica forense: per portare l’attenzione dei ragazzi su quelle che possono essere i principali tranelli in cui è facile incappare se non si ricorre a certi accorgimenti”.

Nei vostri incontri spesso sono presenti anche i genitori. Quanto è complicato educare le giovani generazioni ad un uso consapevole degli strumenti informatici quando anche la parte adulta della famiglia forse non è adeguatamente informata?

“Anche questo è un ulteriore aspetto che merita molta attenzione: le nuove generazioni stanno crescendo velocemente con internet, e non di rado i genitori non riescono a tenere il passo con le nuove tecnologie. È fondamentale sensibilizzare anche loro sui rischi collegati ad un uso non corretto della rete affinché  possano riconoscere certi segnali ed intervenire per prevenire il verificarsi di spiacevoli situazioni”.

Il calendario dell’Associazione è ancora ricco di appuntamenti con le scuole. Quali saranno i prossimi?

“Siamo già stati all’Istituto comprensivo di Tortorici ed a quello di Acquedolci (dove abbiamo articolato addirittura due incontri); il prossimo 26 marzo saremo all’ITET “G. Tomasi di Lampedusa di Sant’Agata, mentre il 13 aprile incontreremo i ragazzi dell’istituto comprensivo di Tusa e il 17 aprile quelli di Pettineo. Infine, il 30 aprile saremo a San Fratello. Tempistiche permettendo (considerato che siamo ormai quasi al termine di questo anno scolastico), non escludiamo di organizzare anche altri incontri in altre scuole da cui siamo già stati contattati”.

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Pubblicato da
Erika Atzori