Legambiente: “No all’addestramento dell’Esercito nel Parco dei Nebrodi”

No alle attività di addestramento dell’Esercito Italiano nel Parco dei Nebrodi. Per Legambiente Sicilia ed il circolo Legambiente Ancipa “non è questo il modo il modo di valorizzare beni storici e naturalistici e di mantenere un presidio di legalità”. 

Di recente, il circolo Ancipa di Legambiente e Legambiente Sicilia hanno raccolto indiscrezioni in merito alla possibile concessione temporanea da parte dell’amministrazione comunale di aree boschive appartenenti al demanio pubblico di Troina, all’Esercito Italiano, per attività di addestramento. Queste attività dovrebbero tenersi per tre mesi l’anno in aree protette pubbliche, ricadenti in zona A e B del Parco dei Nebrodi, aree di protezione integrale e generale, dove non sono concesse attività antropiche, ad eccezione di quelle che non comportino impatti sull’ambiente.

“L’amministrazione vede di buon occhio l’iniziativa considerandola come un’opportunità per creare indotto economico e un’attività utile a mantenere un presidio di legalità dentro i boschi. Siamo assolutamente contrari – dichiarano il circolo Ancipa e Legambiente Sicilia – non è questo il modo di valorizzare beni storici e naturalistici e di mantenere un presidio di legalità. Questo progetto va assolutamente contro il modello di sviluppo del turismo che lo stesso Comune, a parole, ma evidentemente non nei fatti, intende perseguire. Ricordiamo al Sindaco che in quell’area ci sono anche i siti di Natura 2000 che comprendono comunità vegetali di elevato pregio naturalistico e ospitano specie animali minacciate o a rischio estinzione. In un contesto così delicato, è fondamentale valutare l’impatto ambientale che una tale iniziativa comporterebbe sull’ecosistema. Infatti, in base a quanto previsto dall’art. 6, c. 3, della Dir. 92/43/CEE l’autorizzazione di qualunque attività in questi siti, richiede la procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale (obbligatoria per ogni attività da compiere nelle aree della Rete Europea Natura 2000). Qualora si decida di procedere, chiederemo che la progettazione venga sottoposta a Vinca per una rigorosa valutazione scientifica dell’incidenza ambientale”. 

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Redazione