Mafia, blitz tra Sicilia, Lombardia e Veneto: 26 indagati

di Redazione
10/02/2021

Beni per un valore di 50 milioni di euro, della ‘mafia imprenditoriale’ del clan Scalisi-Laudanisono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Catania, in Sicilia, Lombardia e Veneto a 26 indagati. Si tratta di 17 società e 48 immobili.

L’operazione è stata eseguita da cento militari delle fiamme gialle con il supporto dello Scico, il Servizio centrale investigazione criminalità organizzata. Agli indagati sono contestati i reati di associazione a delinquere di tipo mafioso e trasferimento fraudolento di valori al fine di eludere la normativa antimafia.

Gli investimenti degli illeciti proventi del boss di Adrano, Giuseppe Scarvaglieri, attualmente al 41 bis, vicino alla famiglia mafiosa Laudani, in attività imprenditoriali gestite, dal nipote, Salvatore Calcagno, nonché da Antonio Siverino e dal figlio Francesco sono state al centro dell’operazione “Followthemoney” eseguita dalla Guardia di Finanza di Catania.

Nel corso delle perquisizioni in casa degli arrestati sono stati trovati e sottoposti a sequestro oltre 1 milione di euro in contanti, orologi, preziosi e auto di lusso, tra cui una Ferrari modello F458 del valore di 200 mila euro, due Porsche e un’Audi Q8.

Le indagini hanno permesso di accertare la forte capacità del gruppo mafioso di inserirsi nel tessuto economico-sociale e di infiltrarsi in strutture produttive attive sull’intero territorio nazionale e con sede nel Nord-Est, dalle quali traeva poi finanziamento. Scarvaglieri, anche dal carcere, avrebbe continuato a rappresentare il punto di riferimento dell’associazione criminale, dirigendo – anche nel corso dei “colloqui” presso l’istituto di reclusione – l’attività del clan e ciò grazie soprattutto al nipote, Salvatore Calcagno, al quale è stato riconosciuto un ruolo di assoluto rilievo nell’ambito del sodalizio quale portavoce dello zio sul territorio e supervisore degli investimenti.

Nelle indagini, per concorso esterno sono finiti anche due imprenditori catanesi, Antonio Siverino (noto come “U Miliardario”) e il figlio Francesco, i quali avrebbero sistematicamente operato a favore del capo del clan di Adrano. I due imprenditori inizialmente operanti nel settore della logistica e dei trasporti e con l’aiuto del clan hanno progressivamente esteso sull’intero territorio nazionale le loro illecite attività imprenditoriali, gradualmente diversificandole e rilevando anche società operanti nel settore della commercializzazione dei prodotti petroliferi in Veneto e Lombardia.

Nel corso dell’operazione è stato inoltre sottoposto a sequestro il rilevante patrimonio del clan Scalisi di Adrano – per un valore allo stato stimato in circa 50 milioni di euro – costituito da quote societarie e relativi compendi aziendali di 17 società aventi sede in Sicilia (province di Catania e Enna), Lombardia (Varese e Mantova) e Veneto (Verona), attive nel settore della logistica e della commercializzazione del carburante; 48 immobili, di cui 15 fabbricati e 33 appezzamenti di terreni, tutti situati tra la provincia di Catania e Messina.

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