Maxiprocesso Nebrodi, la Cassazione conferma 50 condanne
La Cassazione mette il sigillo su uno dei più grandi scandali criminali legati ai fondi agricoli europei: sono 50 le condanne confermate nel Maxiprocesso Nebrodi, nato dall’operazione del 15 gennaio 2020, una delle più vaste mai eseguite in Sicilia e la più imponente mai realizzata in Italia e all’estero sul fronte dei finanziamenti agricoli finiti nelle mani delle mafie. Quel giorno oltre mille uomini della Guardia di Finanza di Messina e dei Carabinieri del ROS arrestarono esponenti di diverse famiglie mafiose, accusati di avere costruito un sistema di truffe milionarie su terreni depredati o addirittura inventati, un affare combattuto con il “Protocollo Antoci”, ideato dall’allora presidente del Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, oggi europarlamentare M5S.
L’attività della DDA di Messina — guidata allora dal procuratore Maurizio De Lucia e oggi dal procuratore Antonio D’Amato — ha squarciato un velo di silenzi e omertà che per anni aveva soffocato un intero territorio, rivelando una delle più estese operazioni mafiose legate ai fondi UE dell’Agricoltura.
“Terreni presi a caso da tutta la Sicilia”: il cuore della truffa
Nell’ordinanza i magistrati descrivevano così il meccanismo criminale:
“In gran parte, oltre quelli depredati, si usavano terreni liberi, presi a caso da tutta la Sicilia e da zone impensabili dell’Italia, usati, spacciati come propri, per le raffinate truffe delle associazioni.”
Un giro d’affari miliardario, basato sull’idea che i soldi pubblici rappresentano il nuovo tesoro della mafia:
“La mafia ha scoperto che soldi pubblici e finanziamenti costituiscono l’odierno tesoro… più remunerativi e meno rischiosi.”
A interrompere quel sistema fu proprio il Protocollo Antoci, elaborato da Giuseppe Antoci insieme al prefetto di Messina Stefano Trotta e poi recepito nei tre cardini del Nuovo Codice Antimafia, approvato dal Parlamento il 27 settembre 2015. Una norma che ha introdotto controlli più stringenti sugli affitti dei terreni agricoli, diventando un argine nazionale alla mafia dei pascoli.
L’attentato e la reazione dello Stato
Il giudice dell’operazione Nebrodi ha collegato direttamente l’attentato subito da Antoci nel 2016 al contrasto agli interessi mafiosi sui fondi europei:
“Nel contesto di truffe milionarie e di furto mafioso del territorio trova aspetti di significazione probatoria e chiavi di lettura di quell’attentato… Antoci si è posto in contrasto con interessi milionari della mafia.”
Il dirigente pubblico si salvò grazie all’auto blindata e al coraggioso intervento degli uomini della scorta della Polizia di Stato, oggi insigniti della medaglia d’oro al valor civile.
Antoci: “Abbiamo colpito la mafia dei terreni. Ora una norma europea”
Commentando la sentenza, Antoci ha dichiarato:
“Abbiamo colpito con un’azione senza precedenti la mafia dei terreni, ricca, potente e violenta, ed è per questo che quella notte volevano fermarmi. Le condanne in Cassazione e la tenuta dell’impianto accusatorio sono la conferma del buon lavoro della Magistratura di Messina e delle Forze dell’Ordine.”
Poi il ricordo personale:
“Non si è mai felici quando le persone, anche a causa di sentenze definitive come questa, varcano le porte del carcere. Vorrei tornare indietro agli ultimi undici anni di vita, alla vita blindata, alla mia famiglia, a quella terribile notte, a quei valorosi poliziotti che mi hanno salvato la vita.”
Infine l’amara riflessione sul contesto:
“La giustizia ha vinto, ma ha perso ancora una volta la dignità di un Paese e di un territorio che ha subito per anni la pressione criminale senza che nessuno lo difendesse. Noi lo abbiamo difeso e continueremo a farlo, nonostante il prezzo che stiamo pagando e che forse ancora pagheremo.”
Lo sguardo ora è rivolto all’Europa:
“Adesso massimo impegno per replicare il nostro lavoro con un’apposita norma europea.”
Il Maxiprocesso Nebrodi non è solo una sentenza: è la linea di demarcazione tra un prima e un dopo nella lotta al controllo mafioso sui fondi comunitari, un modello che potrebbe presto diventare riferimento per tutta l’Unione Europea.