Mistretta, presunta violenza su bambini in un asilo: la Procura archivia

E’ stata definitivamente archiviata dal GIP del Tribunale di Patti l’indagine relativa a presunte violenze su bambini frequentanti un asilo di Mistretta. Pratica chiusa. Nessuna imputazione per violenza né tantomeno per abuso sui mezzi di correzione nei confronti dell’insegnante che, dalle informazioni in nostro possesso, avrebbe maltrattato nella scuola dell’infanzia, ripetutamente, e spesso in presenza di altri colleghi, i piccoli scolaretti.

L’indagine, per quanto c’è dato sapere, risale a qualche mese fa e sarebbe partita a seguito delle denunce presentate dai legali di alcuni genitori. Gli stessi genitori che qualche settimana fa si sono visti recapitare a casa l’ordinanza di archiviazione emessa dalla sezione del Giudice per le Indagini Preliminari, nonostante, pare, ci fossero tanti e tali elementi che dimostrassero come la maestra indagata usasse metodi poco consoni creando disagi, soprattutto psicologici, nei piccoli scolaretti. Una leggerezza da parte della Procura? Non possiamo saperlo, ma in giro si dice questo. Le prove raccolte dall’organo di polizia giudiziaria, in settimane di attività, non sono bastate al magistrato, che presenta richiesta di archiviazione.  

Certo che se le cose fossero andate come ci sono state riportate da diverse persone, la Procura di Patti, facendo richiesta di archiviazione al GIP, che accoglie senza battere ciglio la richiesta, non avrà certo fatto bene. Ma noi non possiamo saperlo. Non possiamo e non vogliamo entrare nelle valutazioni del pubblico ministero titolare dell’inchiesta, che ha l’obbligo di esercitare un’azione penale in conformità della legge. Ma al di là di ciò che si dice e di ciò che hanno deciso di fare i magistrati, il fatto in sé rimane. Rimane il fatto che ha causato turbamenti agli scolaretti interessati e alle famiglie degli stessi, ad altri genitori che hanno registrato nei loro piccoli uno inconsueto rifiuto ad andare all’asilo; rimane una maestra che continua, nel dubbio, con i suoi metodi, a concorre all’educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo e morale dei bambini. Qualcuno, una domanda ad alta voce, l’ha pure fatta: ma se fossero stati interessati i figli dei magistrati le cose forse sarebbero andate allo stesso modo?

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Pubblicato da
Giuseppe Salerno