Motta D’Affermo, com’è finita al dipendente postale che si è appropriato dei nostri risparmi?

E’ quello che si chiedono correntisti e titolari di libretti postali di Motta d’Affermo, il piccolo centro nebroideo che si affaccia sul mar Tirreno, che hanno visto sparire oltre 600 mila euro dai propri depositi e che da qualche anno sono in attesa di capire le intenzioni della magistratura.

Nell’ufficio postale di Motta d’Affermo, per circa 7anni, (dal 2015) c’era solo lui. Parliamo di un dipendente di Poste Italiane, di cui, come sovente accade nelle piccole comunità, come quella mottese, si fidavano tutti. Sbagliando, alla luce di quanto stiamo per raccontare.

Il funzionario, sessantenne, ci raccontano gli stessi clienti si sarebbe appropriato, indebitamente, dei risparmi depositati nei conti correnti e libretti postali dell’ufficio, per un importo che va oltre le 600 mila euro. Alcuni risparmiatori che hanno notato ammanchi nei propri depositi alle Poste si sono rivolti ai carabinieri i quali, dalle informazioni da noi raccolte, avrebbero convocato e sentito tutti i presunti truffati.  Dagli accertamenti, portati avanti dai militari dell’Arma, insieme al personale antifrode di Poste Italiane, sarebbe emerso che il funzionario, responsabile dell’ufficio postale e unico dipendente dello sportello, proprio grazie alla possibilità di operare in totale autonomia, avrebbe truffato, in modo seriale, per quasi l’intero periodo di permanenza nel piccolo ufficio ella periferia messinese.

Pare che il funzionario creasse dei falsi libretti di deposito cartacei, usando libretti in bianco originali che compilava con una stampante. Per anni le varie somme versate e le operazioni effettuate dagli ignari clienti sono state di volta in volta annotate dal funzionario su ciascun libretto (falso), in modo da fornire un’apparenza di normalità e di disponibilità del denaro. I soldi invece pare venissero  sottratti con prelievi diretti in nome e per conto della vittima di turno. Il dipendente ovviamente sconsigliava i clienti di fare operazioni quando lei non c’era.

L’uomo, per quanto c’è dato sapere, sarebbe stato licenziato da Poste Italiane. Nonostante in capo al soggetto – secondo quanto da noi appreso –  graverebbero presunti reati come peculato, falso ideologico e materiale in atto pubblico, autoriciclaggio e accesso abusivo a sistema informatico, il funzionario non risulta destinatario di alcuna misura cautelare. Come mai, si chiede la gente?

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Pubblicato da
Giuseppe Salerno