Operazione Scipione, scoperto responsabile di una rapina ai danni di una donna a Torrenova

Portava sui Nebrodi il traffico di droga sgominato dai carabinieri di Messina con l’operazione Scipione. Gli investigatori ne sono certi e hanno anche ricostruito i legami tra la ‘ndrangheta e le famiglie mafiose dei Nebrodi. Ma non solo le indagini hanno fatto emergere come alcuni dei soggetti arrestati fossero anche attivi nel pianificare e progettare il compimento di furti in appartamento, individuando le potenziali vittime facoltose, controllandone gli spostamenti e studiandone le abitudini: sono stati acquisiti gravi indizi di colpevolezza a carico di uno degli indagati risultato autore, insieme a un complice rimasto sconosciuto, di una rapina in abitazione commessa il 9 aprile 2016 a Torrenova ai danni di una sessantenne che, nella circostanza, venne picchiata e legata a una sedia e poi derubata di denaro e gioielli.

Per quanto riguarda il traffico di droga nel maggio del 2017, invece i Carabinieri della Compagnia di Messina Sud furono costretti ad eseguire un rocambolesco inseguimento per sequestrare un carico di droga che era appena stato ceduto dall’organizzazione criminale indagata. La droga era trasportata a bordo di un’autovettura da Francesco Protopapa e Pasqualino Agostino Ninone, entrambi di Sant’Agata Militello e da un terzo uomo solo in un secondo momento identificato in Sebastiano Bontempo detto il “Uappo”, elemento apicale del gruppo mafioso tortoriciano dei “batanesi”; alla vista dei Carabinieri che volevano procedere a un controllo, i tre speronarono l’auto dei militari e tentarono la fuga a bordo dell’auto; dopo un inseguimento i militari riuscirono a bloccare l’auto in fuga e ad arrestare il Protopapa e l’Agostino Ninone, sequestrando 2,5 kg di marijuana, mentre il Bontempo riusciva a fuggire per le campagne sottraendosi all’arresto; il Bontempo verrà comunque identificato grazie alle indagini che in quel periodo il ROS stava facendo nei suoi confronti nell’ambito dell’indagine “Nebrodi”.

Il quadro delineato dalle investigazioni dei Carabinieri ha trovato successive conferme nelle dichiarazioni rese da Giuseppe Minardi che ha confermato il rapporto tra il cugino Angelo Albarino e Giuseppe Selvaggio nell’ambito del traffico di stupefacenti ed i loro rapporti con i fornitori calabresi. Successivamente lo stesso Giuseppe Selvaggio, tratto in arresto nell’ambito di un’altra indagine per il reato di usura decideva di avviare un rapporto di collaborazione con la giustizia ammettendo il proprio coinvolgimento nel traffico di stupefacenti e confermando la collaborazione dei coindagati come appartenenti al gruppo di cui era a capo.

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Pubblicato da
Davide Di Giorgi