Ospedale di Sant’Agata di Militello: la sanità al collasso, cittadini senza diritti

di Gabriele Amadore
11/09/2025

«Persiste una grave situazione di criticità presso il presidio sanitario di Sant’Agata di Militello. Le carenze di personale sanitario e di risorse, umane e strumentali, sono diventate un tema che rappresenterebbe un’eccezionalità fuori dall’accettabile». A dirlo è Tommaso Calderone, presidente della Commissione bicamerale per il contrasto dei disagi derivanti dall’insularità, evidenziando il problema del presidio ospedaliero di Sant’Agata di Militello, punto di riferimento per l’intero comprensorio nebroideo. Qui la condizione non è più emergenza, ma normalità quotidiana: carenze croniche di personale, servizi ridotti all’osso, cittadini abbandonati.

I reparti fondamentali di Pronto soccorso e Anestesia sono al limite, con organici talmente ridotti da rendere impossibile garantire standard minimi di assistenza. «Al momento risulterebbero solo cinque su otto medici, in un contesto già di per sé notevolmente sottodimensionato, soprattutto per un presidio ospedaliero che serve un bacino d’utenza particolarmente ampio». In queste condizioni, ogni urgenza diventa una corsa contro il tempo, e non sempre basta la buona volontà di medici e infermieri: quando le risorse sono insufficienti, il rischio è che a pagare sia la vita dei pazienti

Il diritto alla salute cancellato

Come riportato dal deputato Calderone: «Si ritiene indispensabile sollecitare nuovamente, dopo la nostra missiva del 26 agosto, l’Azienda sanitaria provinciale di Messina affinché adotti, con la massima urgenza, tutte le misure necessarie per l’immediata risoluzione di difficoltà ormai croniche».La denuncia si ripete: si chiede un’azione immediata, ma il silenzio delle istituzioni continua a pesare come una condanna. Non è più solo una questione di inefficienza: è un tema di diritti negati. Il diritto alla salute, sancito dalla Costituzione, a Sant’Agata di Militello è diventato carta straccia.

I cittadini vengono lasciati senza tutele, costretti a spostarsi altrove per ricevere cure adeguate, mentre il personale in servizio viene logorato da carichi di lavoro insostenibili. Si richiama l’attenzione del presidente della Regione, Renato Schifani, e dell’assessore alla Salute, Domenico Faraoni, evidenziando che, se non avverrà un intervento immediato, il presidio ospedaliero di Sant’Agata rischia di diventare un guscio vuoto, incapace di garantire il minimo indispensabile.

Non c’è più tempo

Non servono promesse: servono medici, risorse, organizzazione. Ogni giorno di ritardo significa turni insostenibili per chi lavora, cure negate a chi soffre, vite messe a rischio da un’amministrazione che chiude gli occhi di fronte a un problema evidente. Il presidio ospedaliero deve essere messo in sicurezza adesso, con risorse straordinarie, assunzioni immediate e un piano strutturale che impedisca il ripetersi di questa vergogna.

Lasciare che l’ospedale di Sant’Agata di Militello rimanga in queste condizioni significa accettare che un pezzo di Sicilia diventi una zona franca della legalità sanitaria, dove le regole non valgono e dove la sopravvivenza dipende solo dall’eroismo di pochi operatori. Significa dire ai cittadini che le loro esigenze di salute possono aspettare e che la loro vita vale meno di un bilancio.

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