Perplessità su AstraZeneca: le risposte della Commissione tecnico scientifica

Sono ancora troppe le incertezze che riguardano il vaccino AstraZeneca, almeno a giudicare dalla perplessità mostrata verso il vaccino anglo svedese da parte del pubblico non solo siciliano.

“Su 100 persone, 80 dicono di no – ha affermato il presidente della Regione Nello Musumeci. E’ naturale che la condizione di allarme sia particolarmente elevata, ma abbiano il dovere di credere agli scienziati che dicono che è più pericoloso non vaccinarsi piuttosto che vaccinarsi. Per poter uscire da questo tunnel e smetterla di dichiarare zone rosse – conclude il Governatore siciliano – c’è una sola soluzione: immunizzare la comunità siciliana, sottoporla a vaccino ed è quello di cui ci stiamo occupando”

Di seguito le risposte, tratte dalle note ufficiali dell’Agenzia italiana del farmaco, a tutti i principali dubbi sorti in questo periodo, a seguito dei decessi sospetti che, in Sicilia, hanno determinato quello stato di diffidenza tale che ha portato 80%  dei siciliani a rinunciare al vaccino.

Chi ha già ricevuto la prima dose Astrazeneca, può ricevere la seconda con un altro vaccino? A questa domanda l’Aifa risponde che “non ci sono ancora dati sulla intercambiabilità tra diversi vaccini”, per cui chi si sottopone alla vaccinazione alla prima dose continuerà a utilizzare il medesimo vaccino anche per la seconda dose. L’indicazione vale per qualunque vaccino, anche Pfizer e Moderna. Al momento, nel mondo, solo in Francia è stato deciso che i soggetti sotto i 55 anni che hanno ricevuto la prima dose con AstraZeneca faranno il richiamo con Pfizer o Moderna.

C’è il rischio di trombosi anche dopo la seconda dose? «Al momento – si legge nel parere della Commissione tecnico scientifica – non esistono dati sul rischio correlato alla seconda dose in quanto al momento essa è stata somministrata solo ad un numero limitato di soggetti».

A quali reazioni avverse prestare attenzione? I tecnici avvertono dell’importanza di riconoscere in maniera tempestiva i segnali degli eventi avversi legati alle trombosi. Infatti «riconoscendo i segni precoci dei coaguli di sangue e delle piastrine basse e trattandoli precocemente, gli operatori sanitari possono aiutare le persone colpite da questi eventi nel loro recupero ed evitare complicazioni». Utile prestare attenzione a fiato corto, dolore al petto, gonfiore delle gambe, persistente dolore addominale, mal di testa e vista offuscata.

Entro quanto tempo possono manifestarsi? Tali eventi sono stati osservati per lo più entro 14 giorni dalla prima dose di vaccino.

Esistono trattamenti preventivi per evitare effetti collaterali? Alla luce dei dati disponibili, avverte la Cts, “non è possibile esprimere raccomandazioni circa l’individuazione di specifici fattori di rischio, e nel contempo non sono identificabili trattamenti preventivi degli episodi trombotici”.

Quali sono i soggetti più a rischio? L’associazione con gli eventi trombotici «non è stata riscontrata nei soggetti di età superiore a 60 anni, nei quali l’incidenza dei casi a seguito della vaccinazione risulta addirittura inferiore rispetto a quella attesa». Paradossalmente il vaccino potrebbe persino avere un “effetto protettivo” per questa fascia di età. A oggi, la maggior parte dei casi rari è stata segnalata in persone sotto i 60 anni e prevalentemente nelle donne.

Gli altri tipi di vaccino hanno problemi analoghi? Al momento non sono stati identificati analoghi segnali di rischio di eventi trombotici «per i vaccini a mRNA», ovvero quelli di Pfizer-BionTech e Moderna. Non è invece ancora possibile esprimere un giudizio, precisa la Cts, in merito ad altri vaccini che utilizzano piattaforme vaccinali virali.

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Redazione