Sanità siciliana, nuova bufera: eseguite le misure cautelari del Gip. Ai domiciliari Totò Cuffaro
03/12/2025
All’alba di oggi il ROS dei Carabinieri, insieme ai militari del Comando Provinciale di Palermo, ha eseguito l’ordinanza di misure cautelari firmata dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della Procura. Una decisione che segna un passaggio cruciale in un’inchiesta che, da mesi, mette sotto pressione l’intero sistema delle nomine e degli appalti nella sanità siciliana.
Il provvedimento — emesso dopo gli interrogatori preventivi degli indagati — ha disposto gli arresti domiciliari per Salvatore Cuffaro, Antonio Iacono e Roberto Colletti.
Per Mauro Marchese e Marco Dammone è scattato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria insieme al divieto per un anno di ricoprire ruoli imprenditoriali o direttivi.
Solo obbligo di presentazione per Vito Raso.
Come sempre, fino a una sentenza definitiva, vale il principio della presunzione di innocenza.
Un’inchiesta che svela il peso delle relazioni nel cuore dello Stato regionale
La Procura di Palermo indaga da mesi su un presunto sistema capace di intervenire nelle nomine ai vertici delle aziende sanitarie, nei concorsi e negli appalti. Secondo gli investigatori, al centro ci sarebbe il ruolo di Salvatore Cuffaro, ex presidente della Regione, ritenuto dagli inquirenti in grado di influenzare la scelta di dirigenti e funzionari in più enti regionali.
L’indagine ipotizza:
- ingerenze nelle nomine nei settori chiave della sanità e delle opere pubbliche;
- accordi corruttivi finalizzati a pilotare gare e concorsi;
- un sistema di relazioni attraverso cui orientare decisioni strategiche di Asp e aziende ospedaliere.
Sotto la lente ci sono anche concorsi molto discussi — come quello per gli OSS di Villa Sofia-Cervello — e la gestione di appalti in diverse Asp dell’isola.
In totale, la rete coinvolgerebbe 18 persone, anche se il Gip ha accolto solo in parte le richieste più pesanti della Procura.
Il filone sulla “talpa” nei Carabinieri
Una parte dell’inchiesta riguarda il tenente colonnello Stefano Palminteri, accusato di aver rivelato a Cuffaro informazioni riservate sull’indagine in corso. Una vicenda che ha aperto un fronte interno alle forze dell’ordine e aggiunto ulteriori ombre sul quadro complessivo.
Sicilia, l’ennesimo terremoto istituzionale
Per la Sicilia non si tratta di un fulmine a ciel sereno. L’inchiesta conferma una fragilità sistemica: la dipendenza delle strutture pubbliche da reti di relazione più forti delle procedure trasparenti.
Il settore sanitario, già al centro di polemiche per le scelte dei manager, viene nuovamente investito da una tempesta giudiziaria.
Cuffaro, che recentemente aveva lasciato la guida della Democrazia Cristiana rifondata, ha dichiarato di voler chiarire ogni aspetto e di confidare nel lavoro della magistratura.