Tusa estende la rete SAI a Castel di Lucio e Motta D’Affermo

Da ormai 4 anni Tusa ospita un Centro di Accoglienza e Integrazione con una ricettività di circa tre famiglie, rivolto a profughi e rifugiati. Adesso il piccolo Comune dei Nebrodi punta ad estendere la rete. A rivelarlo è il vicesindaco Angelo Tudisca, che è intervenuto al tavolo tecnico dal titolo Dall’accoglienza all’inclusione: il governo regionale del fenomeno migratorio in Sicilia, svoltosi a Palermo, all’Assessorato della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro della Regione Siciliana, in rappresentanza di uno dei 90 comuni siciliani aderenti alla rete SAI.

Tudisca ha dapprima riportato l’esperienza del progetto SAI nei piccoli comuni, evidenziando che si tratta di un progetto-risorsa per diversi motivi: la maturità dei cittadini pronti all’accoglienza, il popolamento dei paesi – soprattutto delle aree interne – e lo sviluppo economico perché consente ai residenti di poter lavorare nel proprio territorio e ad alcune famiglie di allocare immobili altrimenti disabitati.

“Abbiamo ottenuto l’allargamento del SAI ordinari, che inizialmente prevedeva l’ospitalità di 12 persone, coinvolgendo i Comuni di Motta D’Affermo e Castel di Lucio e portando il numero a 40 (15 a Tusa, 15 a Castel di Lucio e 10 a Motta D’Affermo) – ha dichiarato il vicesindaco di Tusa –. È già aggiudicata la gara come Ente gestore per i 40 rifugiati ospitabili ad un ATI composto dalla cooperativa ‘Il Geranio’, di Caltagirone e al consorzio ‘Umana Solidarietà’. Dopo l’emergenza in Ucraina abbiamo richiesto un ulteriore allargamento per arrivare a 55 ospiti, ma ad oggi non sono stati emessi decreti di finanziamento”.

In merito alla possibilità di potenziare i CPIA, il Comune di Tusa ha presentato un’istanza per poter istituire una sede associata: “Avendo un buon numero di adulti che necessita della prima scolarizzazione, ed essendo Tusa – insieme ai comuni di Pettineo, Motta D’Affermo, Castel di Lucio, Santo Stefano di Camastra, Mistretta, Caronia e Capizzi – sprovvisti di una sede CPIA, ci siamo attivati. Mi sono avvalso della collaborazione della prof.ssa Santina Di Francesca e ho avuto un ottimo riscontro sia da parte del Responsabile regionale Giovanni Galvagno, sia dalla referente dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia, la dott.ssa Fiorella Palumbo. Inoltre – ha concluso Tudisca – abbiamo già ottenuto la disponibilità dei locali dell’istituto comprensivo a Castel di Tusa. I rifugiati del SAI, fino a 16 anni, hanno l’obbligo di frequentare le scuole pubbliche, dopo necessitano di un centro CPIA, che attualmente costringe i nostri ospiti a viaggiare per Cefalù. Inoltre, il CPIA sarebbe un’ulteriore risorsa perché darebbe anche la possibilità ai cittadini locali di poter frequentare corsi di formazione professionale”.

E su questo abbiamo raggiunto telefonicamente il sindaco di Castel di Lucio, Pippo Nobile, che ha dichiarato: “Siamo stati coinvolti dall’amministrazione comunale di Tusa per estendere il progetto SAI anche ai comuni limitrofi e abbiamo colto come opportunità questa realtà già esistente e ben collaudata. Abbiamo presentato la nostra disponibilità al Ministero dell’Interno, preso contatti con la cooperativa che a Tusa gestisce il progetto e individuato le abitazioni. Attendiamo un paio di famiglie a Castel di Lucio. In termini di servizi – ha concluso il sindaco – usufruiremo del centro SAI di Tusa per dare a queste persone la possibilità di vivere una dimensione nuova. È importante ripopolare i nostri territori, accogliere, ed è quello che stiamo già facendo con la comunità argentina”.

Il dibattito svoltosi a Palermo, organizzato da ANCI Sicilia nell’ambito del progetto COOPERA – finanziato nell’ambito del FAMI (Fondo Asilo Migrazione ed Integrazione) del Ministero dell’Interno e di cui Palermo è ente capofila, ha coinvolto anche l’Ufficio Speciale Immigrazione della Regione Siciliana e l’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia, e ha dato il via alla collaborazione nata tra COOPERA, Ufficio Speciale Immigrazione della Regione Siciliana e ANCI Sicilia per rafforzare la rete regionale per una migliore gestione del sistema d’accoglienza.

A coordinare l’incontro Francesco Di Giovanni, nominato per il supporto organizzativo ai tavoli tecnici del coordinamento degli enti locali siciliani aderenti al SAI. Presenti numerosi rappresentanti dei Comuni e operatori del settore. Tra i partecipanti anche i responsabili dei progetti gestiti direttamente dall’Assessorato regionale e finanziati dall’Unione Europea e dai Ministeri del Lavoro e dell’Interno, rivolti soprattutto a sostenere le politiche d’accoglienza ed inclusione dei cittadini stranieri presenti in Sicilia, nello specifico: azioni di contrasto al caporalato, formazione civico linguistica, integrazione dei migranti, supporto ai centri per l’impiego, sostegno ai minori stranieri non accompagnati e contrasto alla tratta.

Tra i progetti della Regione messi in atto quello di SU.PR.EME e + SU.PR.EME con l’attivazione del primo Helpdesk interistituzionale Anticaporalato, di PRISMA, il piano di intervento Regionale multilivello e multistakeholder, di COM.IN 4.0 riguardante le competenze di integrazione avviate nel tempo dalla Regione. Particolare attenzione è stata posta al progetto ET-LABORA, con l’attivazione di servizi di supporto ai Centri per l’Impiego della Regione Siciliana mediante l’utilizzo di mediatori linguistici e operatori legali, con l’obiettivo di agevolare la domanda e l’offerta lavorativa.

Durante l’incontro il Dirigente dell’Ufficio Speciale Immigrazione Michela Bongiorno e il Segretario generale dell’ANCI Sicilia, Mario Emanuele Alvano, hanno evidenziato quanto sia di fondamentale importanza creare una forte sinergia e collaborazione tra la Regione Siciliana e il Coordinamento dei circa 90 Comuni aderenti alla rete SAI, con oltre 100 progetti attivi e 5000 posti, che rappresentano a livello nazionale circa il 15% dei posti disponibili. Una strada intrapresa insieme che, oltre a far fronte comune per una migliore programmazione e gestione delle risorse, consolidi una Rete che vada oltre i Progetti, sviluppando attività nel campo sociale e delle fragilità presenti nelle realtà grandi e piccole della Sicilia.  

Tra gli interventi quello della Responsabile di COOPERA, Angela Errore, che ha voluto sottolineare come il progetto sia stato concepito proprio per migliorare le capacità e le competenze delle Pubbliche Amministrazioni che operano nel settore, evidenziando che questa attività potrà essere funzionale per sostenere il Sistema di Accoglienza ed Integrazione creato in questi anni in Sicilia. La Errore ha espresso anche la necessità di allineare la normativa quella nazionale, soprattutto relativamente agli standard strutturali per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, che potrebbe notevolmente agevolare l’attività dei Comuni della Rete SAI. Una problematica, quest’ultima, evidenziata anche da Giulia Mariani del Servizio Centrale Nazionale, intervenuta in videoconferenza.

Tra gli argomenti sviluppati durante l’incontro anche quello di Fiorella Palumbo dell’Ufficio Scolastico Regionale della Sicilia, riguardantela formazione e l’istruzione per migliorare l’integrazione, con il potenziamento dei Centri per l’Istruzione degli Adulti (CPIA).

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Pubblicato da
Emanuela Raimondi