37 sindaci del Messinese contro l’Ati idrico

di Redazione
22/03/2019

Con un comunicato stampa i Sindaci dei Comuni di Tusa, Torrenova, Pettineo, Castel di Lucio, Reitano, Motta D’Affermo, Santo Stefano di Camastra, San Teodoro, Raccuja, Montalbano Elicona, Sant’Angelo di Brolo, Rodi’ Milici, San Marco d’Alunzio, Santa Lucia Del Mela, Furnari, Tortorici, Caprileone, Sant’Agata di Militello, Capo d’Orlando, Frazzanò, Mirto, Alcara Li Fusi, Mazzarra’, San Piero Patti, Barcellona, Basico’, Brolo, Villafranca, Montagnareale, Gioiosa, Librizzi, Patti, Castell’Umberto, Galati Mamertino, Ficarra, Caronia e Ucria, in relazione alla gestione unica del servizio idrico integrato, evidenziano le criticità inerenti i criteri di individuazione degli ambiti territoriali ottimali, come previsti dalla L.R. 19/2015.

L’iniziativa dei sindaci nasce dall’intimazione, proveniente dall’ATI, che, sostanzialmente, chiede di interrompere l’erogazione di un pubblico servizio da parte dei Comuni. Ciò dovrebbe avvenire senza la presa in carico, da parte dell’ATI, degli impianti per la gestione del servizio. Paradossalmente verrebbe vietato ai Comuni d’intervenire sui propri impianti anche, e semplicemente,  per un problema irrisorio. In aggiunta si determinerebbe l’esorbitante aumento delle tariffe con effetti economici devastanti sui cittadini.

“E’ agevole rilevare come la disorganicità geografica dell’Ambito corrispondente con il visto territorio dell’ex Provincia Regionale di Messina si porrà in netto contrasto con gli obiettivi normativi di contenimento della spesa e di maggiore efficienza del servizio, soprattutto con riferimento ai piccoli comuni. La Corte Costituzionale, con la recente sentenza n.33/2019 del 4 marzo u.s., ha in proposito stabilito che i comuni con popolazione inferiore a 5000 abitanti non devono essere obbligati alla gestione dei servizi essenziali in forma associata, laddove ciò non consenta di realizzare un risparmio di spesa. Registriamo con soddisfazione la piena condivisione della questione amministrativa da parte dell’Assessore regionale alle autonomie locali e alla funzione pubblica, On. Bernadette Grasso, che ha preso in carico il problema al chiaro fine di evitare – anche attraverso un eventuale intervento normativo – l’esorbitante aumento delle tariffe che determinerebbe effetti economici devastanti nei confronti di cittadini ed imprese, soprattutto nell’ambito di aree territoriale periferiche, già a rischio spopolamento.

A tal proposito, nei prossimi giorni sarà inviata all’ATI Messina ed agli organi amministrativi competenti una nota esplicativa delle ragioni giuridico – amministrative manifestamente contrastanti con l’intimazione proveniente dall’ATI che, sostanzialmente, chiede di interrompere l’erogazione di un pubblico servizio. Le medesime ragioni giuridico – amministrative, d’altra parte, impongono un immediato intervento del legislatore, al fine di adeguare l’assetto normativo di riferimento ai principi sanciti dalla Corte Costituzionale con la richiamata sentenza n. 33/2019″.

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