A Troina i migranti vanno a scuola d’italiano per integrarsi

di Redazione
10/12/2017

Gli ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) Nebros, presente nella cittadina nebroidea, imparano l’italiano per una migliore integrazione. Negli scorsi mesi sono stati 15 i giovani del Centro che hanno frequentato il corso d’italiano per stranieri, attivato dal Centro Provinciale Istruzione Adulti (C.P.I.A) Caltanissetta – Enna, di questi solo in 3 hanno conseguito l’attestato di conoscenza della lingua italiana, livello A2 del QCER, il quadro comune di riferimento europeo per la conoscenza delle lingue, approvato dal Consiglio d’Europa.

I tre giovani che, con impegno e grande serietà, hanno raggiunto il brillante traguardo sono stati: Toukula Haruna, 26 anni, Fofana Sega, 26 anni e Mudi Siseko, 24 anni, tutti provenienti dal Mali. Dietro questi ragazzi ci sono storie difficili; storie di violenze subite, di inganni, di familiari lontani o persi durante il viaggio della speranza; ci sono occhi che scuotono le coscienze e le anime, e ci sono racconti soffocati perché le loro parole non vengono capite. Consapevoli che solo attraverso una lingua comune, l’italiano, potranno farsi capire e capire gli altri hanno frequentato per 200 ore il corso e, da veri studenti modello, con costanza e determinazione, hanno raggiunto questo primo traguardo.

Haruna, Fofana e Mudì hanno sete di apprendere e vogliono imparare l’italiano per integrarsi, per socializzare, per inserirsi nel Paese che li ha accolti e che, sperano, permetterà loro di costruirsi un futuro; con entusiasmo raccontano “piano, piano stiamo imparando l’italiano, perché è importante capire dove sono e parlare con gli altri”; “ancora dobbiamo imparare, ancora c’è bisogno della scuola”; “l’italiano è importante e è bello”; “l’esame è stato difficile”.

“La nostra soddisfazionespiega Paola Amata, assistente sociale del CAS –, è che su quindici iscritti tre hanno superato l’esame della lingua ed hanno ottenuto l’attestato, un bel risultato”.
Cristina Destro, psicologa del Centro, racconta “ognuno di loro proviene da una piccola realtà lavorativa, sono dei ragazzi che arrivano già con delle competenze, se ci fosse la disponibilità anche da parte del territorio, con concrete opportunità di lavoro, sarebbe una bella occasione di crescita ed integrazione”.

Nunzio Parrinello, responsabile del CAS, dice “la conoscenza dell’italiano è il punto di partenza per riuscire a socializzare con gli abitanti del Paese che gli accoglie. Senza l’apprendimento della lingua del Paese accogliente non può esserci integrazione culturale, per chi vuole integrarsi. Ma la, mia, speranza è che ci siano anche concrete possibilità lavorative per loro”.

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