Agenzia delle entrate, Cisl: scelta sbagliata chiudere sede di Patti

di Redazione
01/10/2016

«Una dismissione di servizi che penalizza il territorio messinese e non può essere giustificata con la necessità di razionalizzare e contenere le spese di locazione». A sollevare il caso della chiusura della sede dell’Agenzia delle Entrate di Patti, e quella prevista per dicembre a Taormina, è la Cisl di Messina che denuncia l’operazione di dismissione di un servizio strategico, utile e necessario per una larga fascia di popolazione della provincia di Messina.

Per la Cisl, la scelta della Direzione Regionale va in controtendenza rispetto al tanto decantato decentramento e alla riorganizzazione territoriale dei servizi che devono più vicini al cittadino. Le Agenzie delle Entrate rappresentano, inoltre, anche presidi di legalità del territorio, per il recupero dell’evasione fiscale.
«La scelta di chiudere la sede di Patti – denuncia il sindacato – appare assolutamente illogica, non organica rispetto ai percorsi avviati che sin oggi sono stati intrapresi anche rispetto alla centralità del territorio pattese dove sono allocati altri importanti uffici. Questo dimostra che non c’è una programmazione sinergica e condivisa anche da parte del Governo nazionale e regionale».
A Patti, infatti, vengono mantenute sedi importanti come il Tribunale ordinario, il Commissario di Polizia, il Comando Compagnia dei Carabinieri, la Tenenza di Finanza, l’Ospedale del comprensorio ed altre importanti istituzioni sanitarie, amministrative e scolastiche.
La chiusura dell’Agenzia delle Entrate di Patti, sottolinea la Cisl messinese, rappresenterebbe anche un danno per l’utenza e per i professionisti del territorio che sarebbero costretti ad affrontare spese e fortissimi disagi, oltre che per i dipendenti in servizio che sarebbero costretti a ripensare l’organizzazione familiare per poter essere vicini al nuovo posto di lavoro, stravolgendo gli assetti familiari e e personali.
«Bisogna, quindi, agire con forza – conclude il sindacato – mettendo insieme tutte le istituzioni presenti sul territorio, prima tra tutte l’Amministrazione Comunale, per dire no a questa scelta scellerata ed inopportuna, considerato che la legge di riordino parla di razionalizzazione e di contenimento delle spese di locazione e non certamente di dismissioni».

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