Agguato ad Antoci, il sindacato di polizia: allarme sicurezza, servono più uomini a Sant’Agata

di Roberta Moreni
20/10/2016

 A cinque mesi dall’agguato a Giuseppe Antoci, si rischia di abbassare la guardia sulla sicurezza nelle campagne dei Nebrodi. A lanciare l’allarme è il Silp provinciale di Messina – il Sindacato di polizia della Cgil – che ha inviato una lettera al Dipartimento della Polizia di stato e al ministero dell’Interno, chiedendo un rinforzo di uomini e mezzi operanti nei commissariati di Sant’Agata di Militello e Capo d’Orlando. “L’apparato di protezione dello stesso Antoci inizia a scemare – denuncia il sindacato  -. Solo quest’ultimo infatti viaggia su un’auto blindata, mentre il personale della sua scorta lo segue con un normalissimo automezzo. Eppure la mafia dei Nebrodi, collegata con quelle di Catania e Palermo, non ha perso la sua forza operativa.”.

Sono trascorsi ormai più di 5 mesi, da quella sera del 17 maggio in cui il presidente del Parco dei Nebrodi scampò a un agguato in piena regola nelle campagne tra Cesarò e San Fratello. Erano da poco passate le due quando la macchina di Antoci, già sotto scorta, di ritorno a Santo Stefano di Camastra da una manifestazione a Cesarò, è stata bloccata lungo i tornanti di montagna da  alcune grosse pietre poste deliberatamente sulla carreggiata. In pochi minuti il commando aprì il fuoco contro l’auto. Un attentato in piena regola, che non ebbe vittime grazie all’auto blindata e alla presenza di alcuni poliziotti del commissariato di Sant’Agata di Militello, in primis il vicequestore aggiunto Daniele Manganaro, che rispondendo al fuoco riuscirono a mettere in fuga i malviventi. Il collegamento a una matrice mafiosa dell’agguato fu quasi immediato. Da tempo Antoci subiva minacce in seguito ai protocolli di legalità messi in atto per evitare la concessione di ampie zone di pascoli alla mafia.

L’episodio destò parecchio clamore e a livello nazionale si agì subito dispiegando una quarantina di uomini  dei reparti speciali dell’Arma, come quello dei «Cacciatori di Calabria», specializzati nella cattura di latitanti in zone impervie, chiamati a setacciare i territori tra Cesarò, Caronia e San Fratello.  Squadre speciali chiamate in supporto alla compagnia dei carabinieri di Santo Stefano di Camastra e ai poliziotti del commissariato di Polizia di Sant’Agata di Militello.

Un dispiego di forze però che, sottolinea il Silp, è andato lentamente scemando, lasciando la situazione solo sulle spalle delle forze di polizia locali, già carenti di risorse umane. “Oggi di quegli uomini non c’è più traccia”, segnala il sindacato. Da qui la richiesta, rivolta al ministero dell’Interno, di inviare più poliziotti a supporto dei commissariati di Sant’Agata di  Militello e Capo d’Orlando.

“Sappiamo – aggiunge – di personale in servizio presso altre città italiane che ha chiesto di essere trasferito nei due comuni messinesi”. “Lo chiediamo – conclude la lettera – nell’interesse e nella sicurezza dei nostri colleghi, che per svolgere quotidianamente il loro lavoro in un ambiente in cui la legalità è un optional, non solo devono guardarsi dal contesto sociale e malavitoso in cui operano , ma si trovano costretti a vivere anche nell’isolamento”.

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