Agroindustria, Damiano pensa alla Cina

di Salvo Lapietra
14/03/2015

Riccardo Damiano ha appena piantato 1.500 mandorli a Mazzarino, in Sicilia, e presto ne interrerà altri 8 mila. E’ la dimostrazione che l’azienda di famiglia, la Fratelli Damiano, 52 anni di attività, giunta alla quarta generazione e specializzata nel promettente mercato di nicchia della frutta secca di origine biologica, sta crescendo a un ritmo sostenuto. “Per noi è un buon momento – conferma Riccardo Damiano – Non solo pistacchi, anacardi, nocciole e mandorle piacciono a tutto al mondo, ma negli ultimi anni sta fiorendo una letteratura scientifica che dimostra quanto la frutta secca faccia bene alla salute”.

Messaggi positivi che si trasformano in buone performance economiche per la Damiano. Nel 2010 la società siciliana aveva un volume d’affari che superava di poco i 9 milioni di euro, mentre ha chiuso il 2014 con circa 35 milioni di euro. Numeri positivi, che sono merito anche della decisione, presa già nel 1976, di dedicarsi a un prodotto certificato di origine biologica, che oggi viene sempre più richiesto dal mercato. Principalmente la società si occupa della trasformazione della frutta secca e della sua commercializzazione: “Fino a poco tempo fa la frutta secca veniva acquisita da coltivatori siciliani o, in minima parte, spagnoli, ma adesso abbiamo deciso di estendere la nostra attività anche alla coltivazione di mandorleti. Per questo abbiamo acquisito oltre 200 ettari di terreni nell’area di Mazzarino, dove sono sorte due aziende agricole che lavorano secondo i principi della coltura biologica. A questo si aggiunge un grande hub di riferimento, composto da decine di aziende agricole siciliane dalle quali ci approvvigioniamo e con le quali collaboriamo costantemente per garantire la massima qualità ai nostri clienti”, racconta Damiano. Comunque, il cuore dell’attività della società resta quello della trasformazione della frutta secca.
Nello stabilimento di Torrenova, in provincia di Messina, mandorle, pistacchi, nocciole, arachidi e anacardi vengono puliti, sgusciati, testati o pelati dai 50 dipendenti. In qualche caso i frutti vengono ridotti in crema par farne burro da spalmare o per realizzare una pasta di nocciola e cioccolato che si chiama Choco Bella e viene venduta soprattutto in Francia. L’85 per cento dei prodotti Damiano finisce all’estero, negli Stati Uniti in primis, dove l’azienda ha una sede commerciale, ma anche in Canada, Francia (dove c’è un’altra società commerciale) e negli altri mercati europei, mentre gli unici clienti italiani sono Esselunga e NaturaSì.
Fra i progetti a lungo termine c’è lo sbarco in terra cinese. Ma per conquistare l’Asia è necessario mettere in campo un massiccio investimento finanziario, organizzativo e di risorse umane. Un progetto che, per il momento, resta nel cassetto, per fare spazio, nel breve termine, all’espansione della sede italiana e all’acquisizione di piccoli competitor stranieri e all’avvio di joint venture. “Stiamo mettendo a punto un piano di espansione che ci permetterà di meglio aggredire i mercati nei quali siamo già presenti – racconta il numero uno dell’azienda siciliana – Non a caso, da novembre 2014 siamo entrati nel programma Elite di Borsa Italiana con l’obiettivo di imparare a meglio destreggiarci nel mondo della finanza e poter così utilizzare nuovi strumenti finanziari per sostenere i piani di crescita che abbiamo in mente di realizzare. Ad esempio, ci piacerebbe riuscire a imporci sugli scaffali di negozi e supermercati ma, per fare questo, serve un enorme investimento in comunicazione e immagine, che oggi non siamo ancora in grado di sostenere. Ma ci stiamo lavorando”.
Oltre all’ottimizzazione della filiera, l’azienda continua a investire in ricerca e sviluppo, studiando nuovi prodotti, elaborati sotto la supervisione di un tecnologo alimentare, e nuove soluzioni di packaging. Ad esempio, negli Stati Uniti verrà presto commercializzata una crema di arachidi e pistacchi venduta in confezione squiz pack, che è simile ai tubetti di alluminio di maionese usa e getta. Mentre sul mercato europeo è soprattutto la pralina di nocciola ricoperta di cioccolato – al latte, fondente, al peperoncino o cannella – a conquistare il pubblico, insieme alle creme da spalmare e agli anacardi fritti. E’ comunque business delle mandorle quello che più cresce, per questo la società ha avviato il piano di acquisizione di vaste aree per la coltivazione di mandorleti.
Attualmente è Riccardo Damiano a dirigere l’azienda, affiancato dal padre, Pasquale, 83 anni. Anche i due figli, Caterina e Fabrizio, 22 e 20 anni, hanno cominciato a essere coinvolti nell’attività aziendale, ma per ora stanno completando gli studi. L’industria Damiano si è dotata anche di una fondazione propria che ha il compito di sostenere economicamente i suoi 50 dipendenti qualora si dovessero trovare a fronteggiare emergenze economiche o consistenti spese per l’istruzione dei figli. La fondazione offre soluzioni di microcredito a interesse zero, senza porre alcun vincolo sulla restituzione del prestito.

tratto da Repubblica.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.