Anno giudiziario, Tribunale di Patti: la riforma dei Got mette a rischio la materia previdenziale

di Emma De Maria
28/01/2017

Messina – Lungaggini dei processi, risorse razionalizzate, prescrizone dei reati. Sono questi i principali mali che sfiancano e rendono lenta, farraginosa e talvolta inefficace la macchina della giustizia italiana.

 

Focus sullo stato di salute del sistema giudiziario nella provincia di Messina che arriva attraverso la relazione diffusa in occasione dell’inaugurazione del nuovo Anno  giudiziario, che si è svolta questa mattina a palazzo Piacentini.

 

Un fenomeno, quello della lunghezza dei processi e della conseguente prescrizione dei reati, che riguarda sia i procediementi penali che quelli civili, per qualsiasi tipo di illecito, che nel distretto di Messina ha assunto, nel corso del 2016,  dimensioni considerevoli.

 

Circa l’11% di prescrizioni sono state pronunciate in fase di indagine, mentre in primo grado sentenze dibattimentali, dichiarative di tale causa estintiva, sono statre in media circa il 10-15% delle definizioni e in grado di appello il 45%.

 

A pesare sull’intera gestione del sistema giudizario, l’esiguità delle risorse, che aumentano le disparità tra il nord e il sud del Paese.

 

“Si sottraggono risorse laddove i tessuti produttivi sono più deboli, e il nostro distretto è tra questi – si legge nella relazione – e questo per sopperire alle esigenze di sviluppo del nord; come se, nei fatti, non interessasse promuovere lo sviluppo del meridione con una giustizia efficiente che è fattore di crescita e di sviluppo. Si sottovaluta, per quanto concerne il settore penale, l’incidenza dei procedimenti di criminalità organizzata e il peso specifico dei singoli affari, specie se si considera l’impegno che la celebrazione di  questi processi richiede, rispetto a quelli per altri reati”.

 

E le cose non vanno meglio sul fronte civile: “Con riguardo al settore contenzioso civile – prosegue il documento – si depotenziano, attribuendo loro un valore residuale, i dati sulle pendenze arretrate. Un fenomeno strutturale che non può essere aggredito se non con una adeguata previsione di aumento di organico. In un contesto in cui il dato della produttività media dei magistrati del distretto, che si colloca nella fascia più alta tra i tribunali italiani – rivendicano le toghe –  si coniuga con quello relativo al numero di procedimenti pendenti a carico di ciascun magistrato. E’ questo il vero problema della giustizia nel distretto”.

 

Tagli e riduzione del personale che hanno direttamente interessato il distretto della Corte d’Appello di Messina con la soppressione del Tribunale di Mistretta e della sezione distaccata di Sant’Agata di Militello, con il conseguente accorpamento di questi uffici al Tribunale di Patti.

 

Una scelta i cui effetti continuano ad avere pesanti ripercussioni sugli assetti qualitativi e quantitativi dei procedimenti gudiziari.

 

“Nel corso del bienno 2015 – 2016, c’è stata una progressiva copertura dell’organico dei magistrati che ha permesso di mettere in esecuzione buona parte del programma di gestione con alcuni risultati positivi – sottolinea la relazione – per quanto attiene invece il personale amministrativo, la situazione appare ancora difficile, anche a causa dei numerosi pensionamenti e per la mancanza cronica di differenti categorie professionali tra cui, in particolare, quelle di dirigente amministrativo, di cancelliere e di assistente giudiziario”.

 

Segnali positivi si registrano, invece, in tema di riduzione delle pendenze  e di contenimento dell’arretrato. Nel settore civile si è passati da oltre 23mila 766 al 30 giugno 2015 a 23 mila 577 al 30 giugno 2016; scendono le pendenze nel settore degli affari civili contenziosi  che si attestano nello stesso periodo a quota 6mila 582, con una riduzione del 2%, e quelle dei procedimenti speciali, del settore lavoro e previdenza, cge da 9mila 553 si assestano a 8 mila 477 con una diminuzione dell’11%, mentre le pendenze dei procedimenti di Atp registrano un incremento del 30%.

 

Un ulteriore e nuovo effetto negativo verrà prodotto a breve dalla nuova riforma organica della magistratura onoraria, che prevede la impossibilità di assegnare ai Got, così come fatto sino ad oggi con il Tribunale di Patti, i fascicoli in materia di previdenza, con inevitabili ricadute sulla produttività di un tribunale che, a livello nazionale, è il secondo ufficio giudiziario per numero di fascicoli previdenziali pendenti.

 

In calo anche le pendenze delle esecuzioni immobiliari, da 692 a 640, e mobiliari, da 904 a 712 ( -21%) e delle procedure concorsuali, da 356 a 347.

 

Un capitolo a parte spetta alla giurisdizione penale: “Nel ricordare come il circondario sia stato teatro del gravissimo attentato a Giuseppe Antoci, si rileva un aumento delle pendenze nel settore del dibattimento collegiale, passato da 134 a 174,  mentre nel settore del dibattimento monocratico si registra una lieve flessione, da 3mila 588 a 3mila 519″.

 

Un settore, quello penale nel pattese, che conferma una variazione nelle pendenze del 22%, passate cioè da 2655 a 2084 tra il 2015 e il 2016 con un aumento delle definizioni del 46%. Sul fronte civile, invece, i procedimenti dinanzi agli uffici del distretto sono diminuiti da 12mila 334 a 9mila 950 al 30.6.2016: diminuzione della pendenza del 19%”.

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