Ato Me1 chiede pagamento tributo non dovuto, protesta la Cisl

di Redazione
23/10/2019

Necessità di fare chiarezza e soprattutto evitare di aggravare gli utenti di ulteriori pagamenti di non ben definiti arretrati adducendo come motivazione il mancato pagamento. La Cisl zonale di Sant’Agata Militello interviene a seguito della richiesta da parte del Collegio di Liquidazione dell’AtoMe1 che ha chiesto ai cittadini il pagamento di quote a conguaglio per il servizio reso negli anni scorsi, alcuni dei quali già prescritti.

«È utile ricordare che gli eventuali conguagli dovevano essere calcolati a consuntivo e sull’effettiva quantificazione dei costi del servizio, tenendo conto dei fatidici fondi di rotazione concessi dalla Regione e che oggi vengono recuperati operando la proporzionale decurtazione di trasferimenti regionali ai vari Comuni», afferma il responsabile zonale Calogero Emanuele.

Il risultato è che i cittadini-utenti sono chiamati a pianificare debiti che non sono né certi nè esigibili.

«L’AtoMe1 – ricorda Emanuele – già nel 2017 era stata sanzionata dall’autorità garante della concorrenza e del mercato per la scorrettezza delle pratiche commerciali nella riscossione della Tia per i cittadini dei 33 comuni compresi nell’attività d’ambito per gli anni dal 2008 al 2012, in quanto aveva attivato illegittimamente procedure coercitive di pagamento attraverso l’ingiunzione fiscale per il pagamento di importi prescritti o di cui non era stata verificata l’effettività o l’avvenuto pagamento. Cosa ancor più grave – continua – è che non si riesce ad avere il supporto per fornire agli utenti i riferimenti necessari per verificare le pretese creditorie vantate, oltre all’assenza di un valido ed efficace sistema di gestione delle istanze dei consumatori in merito alle richieste di pagamento ricevute, nonché la mancata risposta alle istanze di riesame in autotutela».

Dall’esame delle lettere di accompagnamento delle cartelle inviate ai cittadini si fa riferimento a pagamenti relativi agli anni 2006 e 2007, ma con fatture emesse nel 2012, ed anche agli anni 2010, 2011, 2012, avendo certezza che molti cittadini hanno pagato regolarmente, come dimostrano le ricevute di pagamento che sono in condizione di poter esibire.

A giustificare la confusione e la mancata certezza di ciò che viene chiesto ai cittadini utenti lo conferma l’ultima nota del 21.9.2019 inviata ai Sindaci dei Comuni Soci da parte  del Presidente del Collegio di Liquidazione che tenta di giustificare la richiesta di pagamenti facendo riferimento a non ben definite raccomandate, diffide ed intimazioni.

«C’è necessità di fare assoluta chiarezza anche attraverso l’intervento dei Sindaci – aggiunge Calogero Emanuele – che, malgrado subiscano una decurtazione dei fondi regionali per il recupero delle quote dei fatidici fondi di rotazione a suo tempo concessi dalla Regione, restano in assoluto silenzio e, addirittura, avallano le decisioni di una Società che è nata male. Come Cisl dei Nebrodi, pretendiamo che si faccia chiarezza perché non è consentito che per i disastri procurati negli anni nella gestione AtoMe1, a pagare siano i cittadini ed anche le Amministrazioni Comunali. Perciò auspichiamo che il Collegio di Liquidazione sospenda ogni procedura e dia vita ad una task force finalizzata a fare assoluta chiarezza con carte e documenti ufficiali in mano e non ad interpretazioni e determinazioni fittizie privi di fondamento. Questo – conclude – per evitare di assumere, come sindacato, iniziative di tutela dei cittadini-utenti anche attraverso l’attivazione di procedure legali, passando da tentativi di mediazione e accordi transattivi tra Cittadini – Amministrazioni Comunali e ATO».

 

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