Caporalato e lavoro nero, confisca da 10 milioni a imprenditore di Raccuja

di Salvo Lapietra
19/04/2019

Lo hanno ribattezzato il re del caporalato. Lui è Rosario Di Perna, imprenditore agricolo di Raccuja, ma domiciliato a Paternò nel catanese già arrestato, insieme al figlio, nel 2015. Ed è lui il destinatario di un provvedimento di confisca da dieci milioni eseguito dalla Dia di Catania guidata da Renato Panvino e disposto dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale etneo.

Il patrimonio sequestrato comprende un’impresa individuale e una società che operano nel settore agricolo, rapporti bancari, numerosissimi immobili. Secondo la Dia, Di Penna che aveva possedimenti anche a Belpasso, Biancavilla, Ramacca sempre nel catanese e a Floresta e Patti nel messinese, aveva costituito un’associazione criminale che reclutava manodopera romena per l’impiego nelle campagne di Paternò, in assenza delle garanzie minime di tutela dei lavoratori. Tra le accuse, violenze e minacce, implicite ed esplicite, fino a reati di estorsione legati a un sistema di caporalato.

Il provvedimento di confisca segue il sequestro eseguito nei suoi confronti dalla Dia nel 2017. Oggetto della confisca sono stati diversi rapporti bancari, otto automezzi, due aziende (la Difruit di Paternò e la ditta individuale Di Perna Calogero, 20 fabbricati, 48 appezzamenti di terreno per un’estensione totale di oltre 50 ettari a Paternò, Belpasso, Biancavilla, Ramacca, Floresta e Patti. Secondo quanto accertato, l’uomo non avrebbe avuto risorse lecite idonee a giustificare gli investimenti effettuati e vi è una cospicua e generalizzata sproporzione tra i redditi dichiarati rispetto al patrimonio posseduto.

Perna, inoltre, insieme al figlio Calogero e ad altri indagati romeni, avrebbe reclutato manodopera per l’impiego nelle campagne paternesi senza le garanzie minime di tutela spettanti ai lavoratori, costringendo le numerose vittime a subire condizioni lavorative vessatorie con violenze e minacce, implicite ed esplicite, per accrescere i guadagni dell’organizzazione. L’uomo è stato condannato per truffa all’Inps, furto continuato e usura, reati per i quali fu arrestato in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Catania.

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