Carni illegali, i veterinari di Messina: la colpa è del governo regionale

di Emma De Maria
17/12/2016

Dopo tre giorni trascorsi in un silenzio mistico, quasi religioso, l’Ordine dei Medici veterinari di Messina ha deciso, finalmente, di prendere posizione in merito alle misure cautelari emesse a carico di 33 veterinari dell’Azienda sanitaria provincale di Sant’Agata di Militello, a seguito dell’operazione “Gamma Interferon”.

Sul sito dell’Ordine, da questa mattina, campeggia in prima pagina una nota della presidente dei veterinari di Messina, Iole De Luca, attraverso la quale si “esprimere gratitudine nei confronti delle forze dell’ordine e della magistratura per il lavoro svolto”, sottolineando come, grazie all’azione messa in campo dagli uomini del commissariato di Sant’Agata di Militello, guidati dal Vice Questore Daniele Manganaro,”siano già state avviate le correlate procedure per l’adozione dei provvedimenti di sospensione dall’esercizio della professione dei medici veterinari sottoposti a misure restrittive della libertà personale”.

Un provvedimento che squarcia un velo del silenzio che nei giorni immediatamente successivi agli arresti di 55 persone coinvolte a vario titolo per i reati di abigetato, maltrattamento di animali, macellazione clandestina, commercio di sostanze alimentari nocive, traffico di farmaci illeciti, ricettazione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, abuso d’ufficio, falso, omissione in atti d’ufficio e favoreggiamento, aveva attirato nei confronti dell’Ordine pesanti critiche.
Dalla presidenza dell’Omv però, arrivano alcune precisazioni in merito alla natura dei controlli sanitari e questo allo scopo di “evitare la diffusione di informazioni sanitarie fuorvianti ed immotivatamente allarmanti”.

“La normativa vigente – si legge sul sito dell’Ordine – previo esame ispettivo che ne accerti la sicurezza ai fini della commercializzazione, prevede abitualmente che le carni di animali risultati positivi a controlli sanitari, per brucellosi o tubercolosi, riconosciuti infetti, vengano destinate al libero consumo. L’acquisto di alimenti di origine animale provenienti da filiere controllate – prosegue il documento – risulta sempre consigliabile, perché l’ipotizzata genuinità si presta ad alimentare circuiti commerciali illegali”.

Sul ruolo dei medici veterinari, relativamente alla filiera dei controlli sanitari, e sul ruolo della politica sul tema prevenzione, la presidenza dell’Omv chiama in causa il governo regionale che in questi giorni, attraverso il goverantore Rosario Crocetta, ha annunciato il pugno duro nei controlli della filiera delle carni: “In merito all’ asserita inefficacia dei piani di risanamento delle malattie infettive degli animali, che sarebbe spettato ai medici veterinari dell’Asp, confidando incondizionatamente nell’operato delle forze dell’ordine, che si invitano a perseverare nella propria opera di accertamento di responsabilità – commenta la De Luca – si invita il governo regionale a interrogarsi sull’opportunità di avviare un’indagine interna volta a valutare se, a seguito della condotta tenuta dai propri uffici, siano stati creati i presupposti necessari a garantire adeguate condizioni operative ai medici veterinari che operano in seno al sistema sanitario regionale”.

La numero uno dell’Omv, che ribadisce “l’assenza di volontà giustificativa rispetto all’eventuale concretizzarsi di fattispecie criminose”, ricorda come l’Ordine dei veterinari, nel corso 2016, sia stato destinatario di due esposti sottoscritti da numerosi iscritti, che operano all’interno dell’Asp di Messina, che avrebbero denunciato “soggetti che, nello svolgimento delle loro funzioni, avrebbero posto in essere abusi e omissioni”.

L’Omv di Messina, quindi, dopo tre giorni di assordante silenzio e attenta meditazione, rivendica e apre a una collaborazione “piena e totale nei limiti delle competenze istituzionalmente riconosciutegli”.

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