Consorzio Valle d’Halaesa: “carrozzone” in crisi di liquidità e idee

di Giuseppe Salerno
30/05/2017

Il Consorzio Intercomunale “Valle dell’Halaesa”,  di cui fanno parte i comuni di Castel di Lucio, Motta d’Affermo, Pettineo, Tusa, Mistretta e Santo Stefano, è in crisi.

Crisi di liquidità, per i mancati versamenti delle quote associative dei comuni collegati ad esso, ma anche in crisi di idee. Il consorzio, composto dai sei Comuni ubicati sui Nebrodi occidentali, era nato per la necessita di salvaguardare un territorio con l’apporto di iniziative che andassero oltre i confini dei singoli comuni, perseguire l’obbiettivo di portare avanti un progetto di larghe vedute che permettesse di mettere in atto regole semplici e uguali per tutti, in modo da poter favorire sia quanti intendono investire sul territorio, sia tutti i cittadini.

Oggi dopo  circa 16 anni di attività, a parte gli insufficienti risultati raggiunti con la partecipazione a qualche bando regionale, non abbiamo registrato null’altro di buono. Nulla di concreto che giustifichi, così come sono organizzate e pianificate le attività consortili, la quota associativa di circa 12 euro l’anno, che ogni comune dovrebbe annualmente versare. Dovrebbe poiché non sempre le casse comunali di ciascun comune mettono, l’amministratore di turno, nelle condizioni di poter versare la quota associativa.

Oggi le casse del consorzio reclamano: 28mila euro dal comune di Pettineo, 26 mila euro dal comune di Mistretta, 23 mila euro dal comune di Santo Stefano, 25 mila euro dal comune di Motta e 9 mila dal comune di Castel di Lucio.

Una situazione imbarazzante che i debitori, alle prese con i problemi di cassa dei loro comuni, vivono con assoluta sufficienza, quasi indifferenza. Buona l’idea di creare un soggetto amministrativo (il Consorzio) più forte, in grado di affrontare  in modo più efficace, la sfida competitiva tra territori e Enti con livelli sempre più elevati di professionalità, competenza e specializzazione per consentire una crescita sia in termini economici sia di sviluppo di tutti i Comuni consorziati, come testualmente è riportato nella descrizione del Consorzio, ma se in 16 anni si riscontrano difficoltà a tradurre l’idea in un progetto creativo vero e proprio o non esistono i presupposti per perseguire l’ambizioso e stimolante obbiettivo, da ogni punto di vista, che senso ha tenere ancora in piedi un “carrozzone” che ha assorbe risorse importanti dai comuni, sempre più in crisi di liquidità, senza alcun ritorno o vantaggio per gli stessi?.

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