Il crollo del lungomare di Sant’Agata disastro annunciato. Ecco perché

di Salvo Lapietra
25/01/2017

Sant’Agata di Militello – “A giudicare dalle dichiarazioni degli amministratori, sia di maggioranza che di minoranza, sembra che il crollo del Lungomare costituisca un evento improvviso, imprevedibile. Come se l’erosione della spiaggia fosse una calamità inaspettata e non invece un fenomeno che interessa il litorale santagatese da alcuni decennni. Noi ci chiediamo: non si sono mai accorti del fatto che in questi anni l’ampia spiaggia che orlava il litorale che, in alcuni tratti, raggiungeva la profondità di 100 metri, lentamente anno dopo anno si riduceva continuamente? Si sono mai chiesti per quale motivo la spiaggia dove sorgeva un campo di calcio (il Cosenz) era scomparsa? Oppure il perché il litorale dove un tempo venivano tirate a secco le imbarcazioni della locale marineria, costrette poi per molto tempo a metterle a riparo invadendo la careggiata stradale, aveva subito la stessa sorte della spiaggia del campo di calcio, cioè era scomparsa? Eppure nel 2005 il litorale di Sant’Agata di Militello era stato oggetto di un intervento (con fondi della comunità europea) proprio per far fronte all’avanzante erosione della spiaggia, provocata dal blocco del trasporto litoraneo causato della diga portuale”.  Domande poste da Enzo Bontempo, della Legambiente dei Nebrodi che da anni lancia l’allarme su alcuni interventi sulla costa, pericolosi e dannosi. In questa carrellata di foto dimostra il perché dei crolli del Lungomare di Sant’Agata di Militello.
“Il problema – dice Bontempo – era noto e conosciuto ma non è stato fatto nulla per fronteggiarlo, non solo negli ultimi mesi ma nel corso di decenni, cioè da quando sono iniziati i lavori per la costruzione del porto.
E che il problema dell’erosione della spiaggia era già noto da tempo, è dimostrato dal fatto che con i lavori del 2005/2006 venne realizzato un bypass (mai entrato in funzione) per far passare gli inerti dalla zona d’accumulo a quella in erosione. Dunque da tempo si conoscono sia le cause che le possibili soluzioni.
Eppure finché il mare non ha completamente eroso l’ampia spiaggia antistante l’abitato, facendo mancare la difesa naturale e preparando i danni di oggi, nessuno ha mai detto nulla sull’argomento. Ora sembra iniziata la corsa per addossare la responsabilità politica a questo o a quello, perdendo di vista l’interesse generale cioè affrontare seriamente il problema per attutirne gli effetti.Oggi vediamo tutti i rischi: infatti in queste ore è stato preannunciato il solito intervento tampone con la collocazione di massi “ciclopici” e la ricostruzione del muro della strada del lungomare. Bene, e poi? Aspettiamo la prossima emergenza, il prossimo crollo? E si, perché è questo quello che si prospetta: ed allora è facile prevedere che se le cose resteranno così il degrado del litorale di Sant’Agata di Militello sia solo all’inizio. Sulla base dell’esperienza di interventi simili in altri litorali, l’erosione si sposterà più a levante dove si ripresenterà la stessa situazione che oggi affligge l’area interessata ai crolli. Sarà un processo di degrado a catena che interesserà tutto il litorale fino alla foce del torrente Rosmarino”.
Cosa bisogna fare dunque? “Quello che noi invece proponiamo agli amministratori – dice Bontempo – è di intervenire sulle cause dell’erosione, cioè sul blocco del trasporto litoraneo provocato dal molo del porto. L’unico modo per aggirare il blocco, per superare il “tappo” è quello di rimettere in circolazione l’enorme quantità di materiale accumulatasi nella zona sopraflutto il porto, che può essere fatto (come avviene in molte località in Italia) con l’uso dei camion per trasportare la sabbia nella zona in erosione. Ciò dovrebbe essere fatto con periodici versamenti ed un continuo monitoraggio del litorale. Qualcuno obietta che così sarà necessario intervenire sempre e che ciò richiede risorse finanziarie: è vero, ma le risorse necessarie saranno infinitamente minori di quelle che occorrono per riparare i danni e per dragare il porto dall’insabbiamento. Si, perché bisogna pensare anche a questo, cioè all’insabbiamento dell’area portuale provocato dall’accumulo di sabbia nel molo sopraflutto, così come avvenuto nel porto di Capo d’Orlando. Togliendo materiale nella zona di accumulo si evita anche l’insabbiamento dell’area portuale.
Oppure, si farà come si sta facendo oggi con l’erosione della spiaggia: aspettiamo che il porto si insabbia per poi gridare allo “scandalo” del porto inagibile. Insomma, bisogna entrare nell’ottica che con l’erosione bisogna convivere e che la spiaggia è un bene fondamentale per la difesa naturale dalle mareggiate e per evitare nuovi crolli e che, quindi, deve avere la stessa manutenzione che si fa per il territorio in generale (per evitare frane e smottamenti), che si fa per la manutenzione delle strade, per la manutenzione dell’illuminazione”.

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