De Luca: “Ex Provincia Messina è virtuosa, debito colpa del prelievo forzoso”

di Carla Lopes
26/02/2019

Cateno De Luca torna ad attaccare il Governo nazionale sulla grave crisi finanziaria delle Città metropolitana di Messina. Il sindaco, con una nota, definisce l’“Ente Virtuoso”, poiché il deficit, attestato ieri dal dipartimento autonomie locali della Regione, è di 12 milioni di euro solo a causa del il prelievo forzoso applicato dallo Stato italiano.

“La Città Metropolitana di Messina, così come tutte le ex Province siciliane – dichiara De Luca –  attraversa da tempo una grave crisi finanziaria che trova origine in una scelta politica che, nei fatti, si è rivelata errata nei contenuti e nei metodi. La situazione appare del tutto paradossale se si pensa che, dal punto di vista gestionale, Palazzo dei Leoni è un Ente virtuoso e che lo stato di deficit economico è causato dal “prelievo forzoso” che lo Stato italiano ha attivato e che, a pieno regime, comporta per l’ex Provincia di Messina la sottrazione di ben 25 milioni annui.

Analizzando lo stato di fatto nel dettaglio si può affermare che la situazione finanziaria della Città Metropolitana di Messina è stata  caratterizzata dalla consistente riduzione delle risorse disponibili per l’esercizio delle proprie funzioni per effetto di:
–  norme che hanno previsto minori assegnazioni;
– norme che hanno previsto l’obbligo di riduzione della spesa corrente dell’Ente ed il contemporaneo riversamento di risorse nel bilancio dello Stato.
Le principali norme che hanno introdotto l’obbligo di riduzione della spesa corrente dell’Ente ed il contemporaneo riversamento allo Stato di risorse di bilancio di parte corrente sono:
– il D.L. 66/2014 con il quale è stato previsto il concorso della Provincia Regionale di Messina alla riduzione della spesa pubblica, quantificato dallo stesso Ministero – quale quota parte della somma di euro 510 milioni di cui alla lettera a) quale quota parte della somma di euro 1 milione di cui alla lettera b) e quale quota parte della somma di euro 5,7 milioni di cui alla lettera c) del comma 2, dell’art. 47 del D.L. 66/2014;
– la legge 190/2014 con la quale è stato richiesto alle Province un concorso al contenimento della spesa corrente quantificato dall’art. 1 comma 418 della legge 190/2014 in 1 miliardo per il 2015, 2 miliardi per il 2016 e 3 miliardi dal 2017.

Il concorso richiesto alla Città Metropolitana di Messina, dalle superiori norme, dall’anno 2014 al 2018 è stato quantificato in 89.675.802,21. Per effetto delle superiori norme, la spesa corrente fino al 2018 si è ridotta rispetto a quella del 2013 di euro 89.675.802,21, a parità di funzioni e competenze attribuite alle ex Province siciliane che, a differenza delle Province delle Regioni a statuto ordinario, non sono state interessate dal processo di ridimensionamento delle competenze e del personale previsto dalla legge 56/2014 (Delrio) né, tantomeno, dalle successive manovre di finanza pubblica, con le quali si è proceduto a sterilizzare, in parte, l’effetto del cosiddetto prelievo forzoso.

In ordine al prelievo forzoso dello Stato si precisa che:
– gli importi di cui sopra sono stati stanziati nei bilanci della Città Metropolitana di Messina come trasferimento a favore dello Stato, ciò ha comportato una consistente riduzione delle somme stanziabili per l’erogazione dei servizi;
– qualora l’Ente non versi le superiori somme allo Stato, lo stesso provvede a prelevarle alla fonte tramite l’Agenzia delle Entrate (sul gettito RCA  e sul gettito IPT – Imposta Provinciale di Trascrizione).
La condizione, che prelude ad una situazione di “dissesto indotto”, sostanzialmente determinatasi a causa del cosiddetto “prelievo forzoso” dello Stato, oltre che per i ridotti interventi finanziari di Stato e Regione Siciliana, non ha consentito all’Ente di poter approvare un’ipotesi di bilancio in pareggio per l’anno 2018, stante lo squilibrio di circa 12.000.000,00 di euro.

Occorre precisare che, qualora l’Ente dovesse procedere alla dichiarazione di dissesto finanziario, Palazzo dei Leoni sarà comunque oggettivamente impossibilitato a rimuovere le cause che lo hanno determinato (art. 245, comma 3 del TUEL), non derivando tale stato da fatti gestionali dell’Ente ma dall’applicazione di normative contabili statali e regionali, così per come fin qui descritto, su cui non è possibile incidere.
Infine, si fa rilevare che la mancata approvazione del bilancio preclude all’Ente di utilizzare i finanziamenti per gli investimenti sulla viabilità (Masterplan) e l’edilizia scolastica, in parte concessi ed in parte in corso di assegnazione, che, pertanto, potrebbero essere revocati, con evidenti ricadute sulle già precarie condizioni in cui versa  la rete viaria e l’edilizia scolastica.

Tutto ciò ha indotto La Città Metropolitana di Messina ad adottare iniziative volte a determinare un intervento concreto da parte del Governo nazionale che, insieme ad un’azione di sostegno finanziario da parte della Regione siciliana, dovrà garantire le necessarie risorse economiche alle Città Metropolitane siciliane e ai Liberi consorzi, da troppo tempo in condizioni di sofferenza finanziaria”.

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