Festival del giornalismo a Galati tra la creazione del Bio Distretto dei Nebrodi e l’annuncio del marchio NebrodiSicily

di Giovanni Doe
13/11/2016

Dal lancio del Biodistretto dei Nebrodi all’annuncio di un marchio di riconoscibilità dei prodotti del territorio, NebrodiSicily: la seconda giornata del Festival del Giornalismo enogastromico a Galati Mamertino è stata particolarmente intensa.[sam_pro id=”1_1″ codes=”true”]

Il Gal Nebrodi Plus e l’associazione nazionale Città del Bio hanno firmato l’accordo per la creazione del Biodistretto dei Nebrodi, una convenzione che come ha spiegato il presidente del Gal, Francesco Calanna, «non riguarda soltanto l’agricoltura biologica, ma coinvolge anche la bioedilizia, la raccolta dei rifiuti differenziata, il turismo sostenibile. I Nebrodi sono il più grande contenitore naturalistico e di biodiversità della Sicilia. Qui si può creare un Bio Distretto che non è legato soltanto all’alimentazione ma è anche uno stile di vita sano».

Antonio Ferrentino, presidente dell’associazione nazionale Città del Bio ha puntato l’attenzione sul fatto che «non c’è paese al mondo come la Sicilia che possa mettere insieme paesaggio, cultura ed enogastronomia di così alta qualità. E il Bio Distretto funziona proprio facendo una lettura delle eccellenze del territorio nel campo agricolo, storico, artistico-architettonico, paesaggistico, ecc. per attirare turismo sostenibile. Un grande progetto di incoming territoriale che si fonda una somma di comportamenti corretti».

Motore propulsore di questo accordo è stato il comune di Mirto. «La costituzione di un Bio Distretto – ha detto il sindaco, Maurizio Zingales – coinvolge tutta la comunità con la sua identità. È un grande progetto culturale».

Nel corso della tavola rotonda “Dal produttore al consumatore: il valore della filiera corta” il presidente di Slow Food Sicilia, Saro Gugliotta, ha annunciato la nascita del marchio “NebrodiSicily” che permetterà di identificare alcuni prodotti di “qualità quotidiana”, cioè facilmente fruibili e consumabili tutti giorni e che avranno la caratteristica comune essere sostenibili e territoriali. Inoltre, chi vorrà usare questo marchio dovrà firmare un protocollo di legalità. «I disciplinari per ottenere questo marchio – ha spiegato Gugliotta – ricalcano quelli di Slow Food ma ciò che è ancora più importante è che racconteremo il prodotto. Metteremo, infatti, l’etichetta narrante dove si potrà leggere la storia di quel prodotto e del produttore, come è stato realizzato, da dove viene, ecc.»

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