La cannabis? Per un ricercatore messinese del Cnr più benefici che costi

di Redazione
10/06/2017

Parole importanti quelle pronunciate da Pietro David, ricercatore messinese del Cnr, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, nonché docente di economia presso l’università di Messina.

Chiamato a intervenire nel corso di un dibattito interno al Festival dell’Economia, il ricercatore ha voluto evidenziare come i benefici derivati da una eventuale legalizzazione della cannabis sarebbero superiori ai costi necessari per raggiungere l’obiettivo.

Un dibattito infinito quello legato a tale tematica; se ne parla da anni, soprattutto mettendo in luce, come lo stesso Pietro David ha fatto, gli enormi costi sostenuti da tempo per la repressione. In passato proprio il ricercatore dell’Università di Messina aveva provato a indicare una cifra relativa al mancato introito nella casse dello Stato per il proibizionismo. E si era parlato di circa 8,5 miliardi di euro l’anno.
Un meccanismo distorto che porta ad essere illegale sia la produzione che la coltivazione della sostanza, mentre l’acquisto online dei semi di canapa può essere tranquillamente e legalmente portato a termine su diversi portali. E allora, perché perseverare con il proibizionismo?

Se ne è parlato proprio nel corso del festival dell’Economia di Trento, tenutosi dall’1 al 4 Giugno: uno degli incontri è stato dedicato al tema ‘Cannabis: proibire, legalizzare o liberalizzare?’ che ha visto la partecipazione, in qualità di ospite relatore, di Pietro David.

Più nello specifico stiamo parlando di un docente in Economia Politica presso il Dipartimento DICAM dell’Università di Messina e Ricercatore in Economia Applicata presso l’IBAM-CNR di Catania. David collabora inoltre con Lavoce.info ed è stato autore, negli anni, di diverse pubblicazioni sempre legate al tema economia.
Nel corso del suo intervento il ricercatore messinese ha voluto evidenziare che i benefici di un’eventuale legalizzazione della cannabis sarebbero superiori ai costi. Al primo posto si parla di un risparmio di circa 570 milioni di euro che l’Italia spende ogni anno per la repressione di reati legati proprio alle droghe leggere. Tanti episodi che si registrano con cadenza quasi quotidiana anche nel nostro territorio.

In secondo luogo Pietro David ha indicato poi che una legalizzazione della cannabis porterebbe automaticamente ad una imposizione fiscale sull’utilizzo, più o meno sulla falsa riga di quella presente ad oggi sul tabacco. Ebbene, tale tassa genererebbe tra i 5 e gli 8 milioni di euro l’anno di incasso per l’erario, quindi per le casse dello Stato. 
Un ultimo aspetto da valutare secondo il ricercatore di Messina è anche quello relativo ad un discorso di convenienza, visto che gli spacciatori tendono, con la situazione di proibizionismo vigente ad oggi che considera tutte le droghe uguali, a portare i clienti verso l’utilizzo di sostanze più pesanti proprio in virtù del fatto che, in fondo, pur sempre di droghe si parla.

Benefici di varia natura quelli identificati dal docente di economia presso l’università di Messina Pietro David. Tutti legati alla legalizzazione della cannabis.

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