L’atto di accusa dei sindacati: “Sui Nebrodi Comuni al collasso, il caso di Tortorici”

di Turi Milano
12/12/2016

“Mentre un tempo era impensabile che si chiudesse il mese senza ricevere lo stipendio, oggi non ricevere la retribuzione da parte di chi ha lavorato con zelo, tenendo in piedi l’apparato degli enti locali, non fa più notizia”.  Comincia così il documento unitario dei sindacati dell’area dei Nebrodi e firmato da Orlando Latino per la Cgil, Basilio Caruso per la Cisl e Nunzio Musca per la Uil. Un documento che è un duro atto d’accusa per la classe dirigente dell’area e in particolare per gli amministratori degli enti locali:  “Ciò non riguarda solo i lavoratori precari, che scontano i ritardi dei trasferimenti regionali, ma anche quelli a tempo indeterminato, ormai numericamente ridotti al lumicino per i vincoli restrittivi alle assunzioni, non vengono pagati con puntualità. Ovviamente, ci sono comuni e comuni, ci sono sindaci e sindaci, ci sono funzionari e funzionari. Non si può generalizzare perché, da un lato c’è chi, nel rispetto dei ruoli che ad ognuno assegna la legge, si fa carico delle proprie responsabilità, cercando di tenere i conti in ordine ed onorando gli impegni assunti con i creditori per l’esecuzione di lavori, per forniture e servizi, mentre ci sono altri che non si preoccupano di assicurare gli equilibri necessari per mantenere in piedi il sistema”.

I rappresentanti sindacali portano ad esempio il Comune di Tortorici  “per la gravità dalla situazione in cui versa, che senza volere esagerare non si può non definire drammatica:  con certezza ha accumulato 7 mesi di ritardo per il pagamento degli stipendi ai dipendenti, mentre, da fonti diverse provengono notizie che tante imprese, che hanno erogato servizi o effettuato lavori e forniture, sarebbero in una lunga lista di creditori, senza sapere se, e quando, vedranno onorati i loro crediti. Di riflesso stanno male anche i cittadini i quali, oltre a doversi fare carico per i prossimi decenni di pagare l’enormità di debiti accumulati tra l’altro con l’accensione sconsiderata di mutui, le cui rate di ammortamento annuali sono milionarie, già da ora devono rinunciare a servizi, alcuni anche obbligatori, com’è il trasporto degli studenti della scuola dell’obbligo. Così come si registra l’assenza di altri interventi fondamentali per evitare l’emarginazione di soggetti deboli, di persone che versano in condizioni di estremo disagio, temporaneo e permanente, verso i quali l’Ente locale dovrebbe avere una diversa e più concreta sensibilità rispetto ai bisogni della gente”.

E i tre poi aggiungono: “Condividiamo e sosteniamo le iniziative già assunte unitariamente dalle rispettive Federazioni di categoria, in ultimo quella di sabato 10 dicembre, che ha visto una forte partecipazione e una adeguata solidarietà della società civile oricense, così come quelle programmate per i prossimi giorni, che mirano ad attirare non l’attenzione delle Istituzioni civiche (Sindaco, Giunta e Consiglio comunale), che si confermano sorde alle legittime istanze, ma delle altre Autorità competenti (Regione, Ministero dell’Interno tramite la Prefettura, Magistratura ordinaria e contabile), a cui spetterebbe il compito di accertare se quanto denunciato delle organizzazioni dei lavoratori risponda a vero e, in caso positivo, assumere le consequenziali iniziative per la difesa del lavoro, dei diritti dei cittadini e per preservare la dignità dei dipendenti che, grazie al loro apporto, consentono al Comune di rispondere alle molteplici richieste, legittimamente rivendicate dalla cittadinanza”.

 

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