“L’Orto di Carta” il gioco utile allo sviluppo sociale e psicologico della prima infanzia

di Giuseppe Salerno
07/01/2018

Attraverso il gioco i bambini incominciano a comprendere come funzionano le cose. Il gioco è fondamentale perché è il modo in cui i bimbi conoscono il mondo e crescono. Non è qualcosa che riempie dei vuoti tra un’attività e l’altra, ma è l’attività per eccellenza che loro utilizzano per scoprire tutto ciò che li circonda. Lo sa bene Francesca Cuva, una giovane laureata all’Accademia di Belle Arti di Palermo, di Pettineo, che ha progettato e realizzato un libro-gioco con lo scopo di stimolare i bambini a nutrire un atteggiamento curioso nei confronti della vita, contribuendo alla loro crescita in maniera determinante.

“L’orto di Carta” è il titolo del libro pop-up da cui “incredibilmente” appaiono foglie in 3D contenenti 6 diverse piante aromatiche, con tanto di kit per la semina: vasetto, terriccio e palettina per interrare, che stimola la curiosità dei bambini lanciandoli verso un mondo aperto alla scoperta, che offre la possibilità di cogliere, giocando, l’importanza del rispetto per l’ambiente e le innumerevoli possibilità di riuso dei materiali, con le infinite occasioni per arricchire di pensieri, conoscenze, emozioni, domande, simboli e parole il loro fantastico mondo.

Sensibilizzazione al rispetto del nostro ecosistema, ma anche conoscenza di alcune tra le piante aromatiche più diffuse: basilico, rosmarino, salvia, peperoncino, prezzemolo e menta che,  a parte rappresentare un approccio, per i più piccoli, al modo scientifico – come spiega la stessa dottoressa Cuva – offre l’importante possibilità di osservare i vari stadi della crescita con profondo sentimento di puro entusiasmo, imparando ad attendere ed adattarsi ai ritmi della natura, che mettono alla prova concentrazione e pazienza del bambino, stimolandone curiosità, ispirazione ed immaginazione. Un’attesa formativa che sarà presto ripagata dalla soddisfazione e dallo stupore di vedere trasformare il semino in una pianta grazie alle proprie cure. Uno stupore in crescendo considerando che sarà la carta a germogliare, per dimostrare che scegliere di riciclare ci permette di dare una nuova vita alle cose.

“Alla base del lavoro, frutto della mia tesi di laurea, vi è una duplice passione: una è quella per la magia percepibile negli occhi dei bambini quando, di fronte ad una storia illustrata, iniziano a viaggiare nel loro mondo fantastico; l’altra riguarda il rispetto dell’ambiente e le innumerevoli possibilità di riuso dei materiali. Parallelamente a queste passioni, sono cresciute tante curiosità come quella di sperimentare le tecniche di riciclo della carta che, con la guida del mio relatore Prof. Arch. Ivan Agnello, mi hanno portata all’idea di progettare un libro-gioco. Il prodotto della mia creatività, si è formato da ciò che ho appreso durante il triennio di studi presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo al corso di Decorazione”.

Il prodotto della creatività di Francesca Cuva, che continua a studiare E-Design Illustrazione alla Nemo Academy di Firenze, è stato testato da bambini dai 3 ai 6 anni, nell’ambito di un laboratorio didattico, lo scorso novembre, al Museo Riso di Palermo, a Pettineo e a Messina, venerdi 5 gennaio, in occasione del Christmas Village, riscuotendo un rilevante successo. I bambini hanno ricevuto tutto il materiale per creare un piccolo pop-up e, sotto lo sguardo complice di un genitore, sono stati messi in condizione di sperimentare, mano mano, tutte le fasi della germinazione e sviluppo delle piantine, vivendo un’esperienza educativa sana, allontanandosi per qualche ora dalla tecnologia.

“Un progetto rivolto, anche, a genitori ed educatori – spiega Francesca Cuva –che, rifacendosi al metodo Montessoriano che prevedeva la realizzazione di “Case dei bambini”, nelle quali venissero promosse le attività infantili fuori dalle aule scolastiche, possano riservare un spazio al bambino per permettergli di praticare tali esperienze. Ed ecco che entra in gioco l’idea dell’orto sul balcone, una pratica ormai diffusa e molto spesso affidata anche alla progettazione da parte di urbanisti”.

 

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