Mafia, azzerata rete di supporto a Matteo Messina Denaro

di Turi Milano
01/04/2016

Palermo. Messaggi, lettere, oggetti, resoconti e richieste di incontri. Il tutto per informare il superlatitante Matteo Messina Denaro.  Per organizzare incontri fra boss con la sua presenza o almeno con la sua benedizione nelle campagne agrigentine e trapanesi bisognava passare dalla cosca di Sambuca di Sicilia, in provincia di Agrigento. E’ quanto ritengono di avere scoperto i Carabinieri del Ros che hanno fatto scattare le manette ai polsi di sette persone nell’ambito dell’operazione Eden 5-Triokola.

L’ordinanza, emessa dal gip di Palermo su richiesta della locale Procura distrettuale nasce da una lunga indagine proprio dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Agrigento sulle attività del mandamento mafioso di Sambuca. Indagini che hanno consentito di individuare gli assetti di vertice della cosca  e documentare il ruolo di contatto svolto nei confronti delle altre cosche di Cosa nostra operanti nella Sicilia occidentale e il collegamento con il latitante Matteo Messina Denaro. Per arrivare a Messina Denaro, secondo l’indagine, bisognava passare da Leo Sutera, «il professore» ritenuto nel periodo 2010-2012 il capo della provincia di Agrigento e in contatto con i vertici delle province di Trapani e Palermo», era stato arrestato nel giugno 2012 e condannato a 4 anni di reclusione per associazione mafiosa. Dopo l’incontro in campagna una rete di pastori si occupava di recapitare i messaggi, fare da vedetta e bonificare le aree ed evitare che si avvicinasse qualcuno non noto.

Le indagini che all’alba di oggi hanno portato all’arresto di sette persone, nell’ambito delle ricerche del boss Matteo Messina Denaro, hanno documentati una serie di «riservati incontri tra il boss con esponenti mafiosi delle province di Agrigento e Palermo nelle campagne di Sambuca di Sicilia». E’ quanto spiegano i Carabinieri del Comando provinciale di Agrigento che hanno condotto l’inchiesta coordinata dalla Dda di Palermo. «Il livello dei personaggi interessati e le modalità di svolgimento degli incontri hanno fatto comprendere come gli incontri fossero funzionali alla pianificazione di comuni strategie criminali di portata ultra provinciale – aggiungono gli inquirenti – Le riunioni avevano luogo nella campagne di Sambuca di Sicilia ed erano caratterizzate da rigidi protocolli di sicurezza tesi a sviare eventuali attività di controllo investigativo. Infatti, gli incontri non avvenivano mai nello stesso luogo ma sempre in punti differenti, mai all’interno di fabbricati e, come ulteriore esasperata forma di prudenza, sempre in movimento, nel senso che i partecipanti erano soliti camminare per i campi allo scopo di neutralizzare l’eventuale presenza di microspie». In questo ambito, Sutera «si avvaleva di un collaudato e fedele circuito di favoreggiatori incaricato di procedere ai sopralluoghi dell’area scelta per gli incontri, costituire una cintura di sicurezza della zona e prelevare i partecipanti in luoghi convenuti per poi portarli al cospetto del capo mafia». «Ne è conseguito uno sforzo investigativo di notevole portata ha consentito di documentare gli incontri del Sutera con Salvatore Genova, ritenuto capo della famiglia di Burgio e principale collaboratore di Sutera – dicono gli inquirenti – Cosimo Michele Sciarabba, uomo d’onore della famiglia di Misilmeri, figlio del più noto Salvatore Sciarabba, già reggente della famiglia di Misilmeri e del mandamento di Belmonte Mezzagno-Misilmeri dopo l’arresto del capo mandamento Benedetto Spera; Gaetano Maranzano, uomo d’onore della famiglia di Palermo-Cruillas». Questi ultimi due sono stati tratti in arresto nel giugno 2013 perché ritenuti esponenti «di spicco dei citati mandamenti mafiosi, tanto da essere presenti alla nota riunione dei capi mandamento di Palermo il 7 febbraio 2011 all’interno del ristorante Villa Pensabene». «L’indagine ha documentato come gli indagati si avvalessero del consueto e sperimentato metodo dei «pizzini» per comunicare tra loro, evidenziando, inoltre, la possibile esistenza di un canale di collegamento tra Sutera ed il latitante Matteo Messina Denaro», dicono gli inquirenti.

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