Mafia dei pascoli, blitz dei carabinieri al Comune di Mistretta

di Giuseppe Salerno
23/01/2017

Mistretta – Blitz dei Carabinieri del Comando compagnia di Mistretta al municipio della città amastratina, nella mattinata di oggi. Nel corso di un’attività investigativa portata avanti di concerto con la Procura della Repubblica del tribunale di Patti, i militari dell’arma, coordinati dal capitano Filippo Lo Franco, hanno fatto irruzione negli uffici del comune di Mistretta per acquisire ed estrarre copia di documenti amministrativi, detenuti dallo stesso Comune, connessi agli affidamenti, mediante locazione, dei fondi rustici di proprietà del comune di Mistretta. L’iniziativa, secondo le informazioni in nostro possesso, dovrebbe riferirsi, principalmente, a presunti abusi in atti d’ufficio per l’emanazione di atti o provvedimenti connessi alla questione.
I militari, incaricati dalla competente Procura, dovranno far luce sull’intera vicenda che abbraccia: l’ipotesi d’abuso in atti d’ufficio, ma anche la regolarità della condotta amministrativa in ordine al rinnovo dei contratti d’affitto dei terreni comunali, i subentri nei contratti già posti in essere, la regolare conduzione degli stessi fondi, ed eventuali responsabilità per rifiuto e omissione di atti d’ufficio da parte dell’organo di governo e/o di impiegati e funzionari interni all’Ente.
L’Inchiesta è partita a seguito di denunce pubbliche emerse durante i lavori d’aula, in consiglio comunale, in occasione della trattazione del regolamento per l’assegnazione dei fondi rustici e durante l’esame della ricognizione e valorizzazione del patrimonio comunale. A seguito delle tante affermazioni, che gettano ombre su tutto ciò che orbita attorno agli affidamenti mediante locazione dei fondi rustici, i carabinieri di Mistretta, d’iniziativa, hanno convocato ed ascoltato per ore alcuni consiglieri comunali, quali persone informate sui fatti, al fine di acquisire ulteriori elementi relativi alla questione che, oramai da tempo, angoscia gli allevatori, conduttori di aziende agricole con contratti d’affitto scaduti, i quali vedono minacciata la partecipazione ai bandi comunitari e di tanti altri imprenditori agricoli, senza contratti, che attendono un bando trasparente per l’assegnazione dei fondi comunali secondo le vigenti disposizioni di legge in materia.
La vicenda ha inizio nel febbraio 2015 a seguito della formale disdetta, notificata dagli uffici comunali competenti, agli allevatori. Gli stessi uffici e l’assessore al patrimonio dell’epoca, nel maggio dello stesso anno, al fine di adempiere alle disposizioni normative correnti, predisposero e depositarono lo schema di regolamento da sottoporre all’approvazione della giunta. Il regolamento viene adottato dalla Giunta nel giugno del 2016 e sottoposto in consiglio comunale. Regolamento che, ancora oggi, non risulta approvato, nonostante lo stesso, per ben sei volte sia stato iscritto all’ordine del giorno di altrettanti sedute consiliari. Per fare chiarezza è necessario spiegare che con l’approvazione di tale regolamento, si andrebbero a regolamentare tutti i fondi liberi e nella piena disponibilità dell’Ente. Dall’esame dei verbali dei consigli comunali, relativi ai beni inseriti in delibera di valorizzazione, pubblicati sul sito del comune, in chi legge, emerge un dubbio: i terreni comunali sono nella piena disponibilità dell’Ente oppure nella disponibilità degli allevatori, in forza ad un avviso del sindaco con il quale, nel giugno del 2016, lo stesso amministratore autorizza gli allevatori, nonostante i contratti scaduti, ad inserire i fondi nelle pratiche per la partecipazione ai bandi comunitari?
Sembrerebbe che proprio sulla legittimità ed efficacia di questo avviso, ritenuto da tanti un esclusivo atto gestionale, dal quale prendono formalmente le distanze il responsabile dell’area patrimonio e il segretario comunale, e sulla effettiva applicazione del protocollo di legalità, sottoscritto dal sindaco unitamente al Presidente del Parco dei Nebrodi e la Prefettura di Messina, oggi, i carabinieri di Mistretta stanno cercando di fare chiarezza.
Gli inquirenti che conducono le indagini, cercheranno di stabilire, inoltre, se i fondi stessi, anche attraverso prestanome, siano entrati nella disponibilità della cosiddetta “mafia dei pascoli” che il protocollo “Antoci”, sottoscritto dal Comune, si prefigge di contrastare. Verranno verificate se eventuali conduzione abusive dei fondi in questione hanno dato luogo a elargizioni di contributi pubblici della comunità europea erogati tramite Ag.E.A..

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