Mafia sui Nebrodi, Lumia: «A San Fratello Cosa nostra c’è, ecco i nomi»

di Salvo Lapietra
22/06/2016

Il senatore Beppe Lumia

«A San Fratello la mafia c’è e bisogna contrastarla con tutti i mezzi, non minimizzarla». Si può sintetizzare così la tesi di Giuseppe Lumia, senatore del Pd, componente tra le altre cose della commissione parlamentare Antimafia. Lumia, che sul tema ha presentato una interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano, interviene in risposta alle affermazioni del sindaco di San Fratello, del presidente del consiglio e di altri amministratori che, racconta Lumia, «si sono lamentati pubblicamente di una denuncia che ho fatto nel corso di un evento pubblico sulla presenza della mafia in quel territorio».

In dieci anni tre imprenditori ammazzati
Anche perché parliamo di un’area che, secondo la ricostruzione fatta da Lumia, da decenni le aziende agricole di proprietà dei cittadini di San Fratello, operanti nel territorio del comune, ma anche nei comuni vicini di Cesarò, Maniaci, Capizzi e Caronia, sono letteralmente in ginocchio, in quanto vengono rubati animali e mezzi agricoli e sottoposti al micidiale rito estorsivo del “cavallo di ritorno”. Molti allevatori onesti sono stati costretti ad abbandonare i propri pascoli e a svendere i terreni, tanti altri sono stati minacciati con teste di animali sgozzati, altri ancora sono stati raggiunti da colpi di fucile dietro i loro cancelli e molti di questi sono ancora costretti a dormire, per proteggere le loro aziende, in campagna, rischiando la propria vita in situazioni estreme, spesso senza corrente e senza i più elementari servizi igienici; negli ultimi decenni, a San Fratello, sono ben 3 gli imprenditori morti uccisi a fucilate. Sono diversi i cittadini Sanfratellani che hanno scoperto che i terreni di loro proprietà venivano utilizzati da terzi “mafiosi” per truffare le risorse pubbliche della Comunità europea, chiedendo contributi ed affitti falsi.

Il senatore: «Ecco chi sono i boss»

Nell’interrogazione Lumia non solo ribadisce quanto detto in altre occasioni ma rilancia con nomi e dettagli. «A San Fratello la mafia c’è e non è difficile ricostruire tale presenza – dice Lumia – perché alcuni boss sono conosciuti attraverso operazioni di polizia e della magistratura, a cui si è data ampia comunicazione pubblica». Ed ecco la mappa, ricostruita con ampi dettagli dal senatore: «Un esempio per tutti è il boss pluripregiudicato Filadelfio Favazzo, allevatore, che è stato interessato nell’operazione di mafia della Direzione distrettuale antimafia di Messina, con tanto di 416-bis, sia in “Marenostrum”, sia nella più recente operazione “Montagna”. Il boss è il punto di riferimento locale della mafia di Cesarò, guidata dai Pruiti, Conti Taguali, Foti Belligambi e dagli altri tortoriciani, notoriamente rappresentati dalla presenza di famiglie mafiose, come quella dei Giordano Galati, Bontempo Scavo, dei Batanesi e dei Foraci. Lo stesso dicasi per l’altro boss, Basilio Sgrò, allevatore, pluripregiudicato, anche lui coinvolto nell’operazione antimafia “Montagna”, nel reato di mafia del 416-bis e notoriamente collegato al clan Santapaola di Catania, che guida ancora oggi la Cosa nostra della zona orientale della Sicilia». Ci sono, poi, altre circostanze di cui parla ancora il senatore nell’interrogazione su cui è quantomeno necessario riflettere: «Si ricorda anche che nel centro del comune di San Fratello opera Giuseppe Bontempo nella gestione di un patronato, figlio di Sebastiano, detto il biondino, nipote del boss Gino Bontempo, ritenuto attualmente capo della famiglia mafiosa tortoriciana. Delle infiltrazioni mafiose in appalti pubblici, la comunità ne è venuta a conoscenza, dato che la Direzione distrettuale antimafia di Messina e la Direzione investigativa antimafia hanno sequestrato un cantiere di lavoro post frana per infiltrazioni mafiose, riconducibili a Cosa nostra barcellonese, che, con le famiglie di Tortorici, si sono sempre contesi la guida della mafia nella provincia di Messina. È risaputo che una decina di emergenti, proprio di San Fratello, i Mangioni, i Manasseri, i Mancuso, i Versaci tengono frequenti rapporti con le famiglie mafiose dell’hinterland e sono in contato con le altre famiglie mafiose della ‘ndrangheta, per diversi traffici a partire da quello di droga e di animali, così anche i noti boss mafiosi dei Bontempo e dei Pruiti sono soliti farsi vedere con loro e frequentare il centro urbano». E ancora: «Di recente – dice Lumia – un’altra infiltrazione mafiosa nel sistema degli appalti si è avuta nei lavori di metanizzazione del comune di San Fratello, venuta alla luce con la richiamata operazione “Montagna”, portata avanti dai raggruppamenti operativi speciali dei Carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina; il noto boss mafioso Foti Belligambi si sarebbe recato proprio al Comune di San Fratello, presso l’ufficio del sindaco per chiedere l’assegnazione diretta dei terreni comunali, che sono alla base del grande affare di mafia del territorio e oggetto di denuncia del presidente del parco, motivo per il quale è stato di vittima di attentato. Non risulta che la richiesta del boss sia stata esaudita, ma non risulta neanche una denuncia di un tentativo di infiltrazione mafiosa così eclatante».

 

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