A Mistretta un centro di eccellenza per la cura delle malattie mentali

di Salvo Lapietra
10/12/2014

L’hanno chiamato “Il Giardino della Complessità: spazio ecosofico di natura – scienza – arte”.
Ed è un luogo in cui si pratica un approccio ecologico, anzi ecosofico, alla cura delle malattie mentali. Si trova a Mistretta presso il Servizio di salute mentale dell’ASP n.5 ed è stato attivato grazie all’iniziativa del responsabile Antonio Puzzolo e ad alla presenza di un piccolo giardino interno alla struttura sanitaria. Nel 2008, anno in cui l’iniziativa è stata avviata, quello era uno spazio nudo, incolto, poco attrattivo, anzi piuttosto deprimente.

Con scarse risorse economiche ma con grande passione il dottor Puzzolo ha avviato il recupero del giardino prendendosene cura assieme ai suoi pazienti.

Un poco alla volta e con la consulenza gratuita di esperti, il giardino ha preso una nuova forma ed oggi vive, ospitando varie specie di piante che in tutte le stagioni crescono rigogliose.

L’obiettivo del progetto è infatti quello costruire uno spazio comunitario solidale, aperto alla città, nel quale l’atto del curare una pianta non significa soltanto impegnare i pazienti in un’attività utile ma soprattutto metterli in relazione con le leggi ed i cicli della natura in una visione olistica.

I primi risultati dell’iniziativa sono già concreti e misurabili:

  • ad un livello superficiale, estetico, la creazione di uno spazio nel quale regnano bellezza e armonia, valori intrinsecamente terapeutici;
  • ad un livello più profondo, etico, l’apprendimento non coercitivo della necessità di regole nelle relazioni.

Nel Giardino vige il rispetto più assoluto per la “natura” delle piante; non si ricerca un “ordine” attraverso potature, sfoltiture, sacrificio di rami, ma si asseconda la crescita spontanea delle varie essenze, magari suggerendo loro con piccole staccionate la direzione da rispettare e gli spazi da occupare.

Il risultato visivo non è di disordine ma di un ordine naturale. Il che contiene in sé valenze simboliche e subliminali.

E’ opportuno precisare che i pazienti vengono curati seguendo i protocolli sanitari tipici, ma l’esperienza del Giardino fa vivere la terapia come un atto piacevole, riconciliante. Ed anche la città si può accorgere di uno spazio invitante, bello, e dunque modificare l’atteggiamento di rimozione che in genere si nutre verso le malattie mentali.

Emblematicamente, la prossima fase del progetto prevede l’apertura del Giardino verso una strada del centro storico amestratino, affinché il Giardino diventi parte del paesaggio urbano e luogo di incontro tra la comunità ed i suoi componenti che necessitano di cure.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.