Pettineo: case popolari insicure, il sindaco lancia l’allarme

di Giuseppe Salerno
07/11/2017

Le precarie condizioni in cui versano le facciate delle palazzine di via Credenza, di proprietà dell’Istituto Autonomo Case Popolari, nel comune di Pettineo, tengono perennemente in allarme gli abitanti del piccolo centro collinare, per il rischio di compromissione dell’incolumità di chi vi abita. A denunciare la cosa è il primo cittadino di Pettineo, Domenico Ruffino, sommerso dalle continue segnalazioni degli inquilini, e dei residenti nel quartiere, seriamente preoccupati per il continuo distacco e la caduta di calcestruzzo.

Ruffino prende carta e penna e scrive all’IACP di Messina richiedendo un sopralluogo urgente nel complesso in questione, costituito da due palazzine edificate 42 anni fa che, per mancanza di manutenzione straordinaria, versano in condizioni pietose costituendo pericolo per la pubblica incolumità. Il sindaco pettinese pretende venga fatto un sopralluogo urgente, da concordare con i tecnici comunali al fine di intervenire tempestivamente per scongiurare ogni situazione di pericolo, nell’ottica di un intervento mirato al rifacimento di un prospetto esterno.

La problematica era stata sollevata nel luglio 2015 anche dalla CGIL di Pettineo. Il sindacato, in una nota indirizzata al Commissario ed al coordinatore del Settore Tecnico dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Messina, rappresentava come, a causa della mancanza di manutenzione ordinaria e soprattutto straordinaria, la gente era costretta a vivere in condizioni non più sopportabili, con innumerevoli disagi per le persone anziane e per la rischiosa situazione di pericolo che vivevano giornalmente le persone che vi abitavano o anche si trovavano a transitare lungo la strada adiacente. Dopo poco, con una nota di riscontro a firma del coordinatore del Settore Tecnico dell’IACP, la CGIL di Pettineo veniva informata di una richiesta di finanziamento, presentata dallo stesso Istituto, presso la Regione Siciliana, ma che, purtroppo, l’Assessorato alle Infrastrutture, ha risposto comunicando di non avere fondi necessari per finanziare tutti gli interventi richiesti, limitandosi a sovvenzionare solamente interventi per eliminare i pericoli imminenti.

Ma nessun intervento, di nessuna natura, pare, sia stato disposto ed avviato da allora. Le case popolari, oggi, si presentano inadeguate alla vivibilità, trascurate e pericolose. Il sindaco Ruffino, assai preoccupato, si ritrova a dover sollecitare un sopralluogo negli edifici ridotti a uno scheletro mangiato dal tempo e dall’incuria, dall’aspetto spettrale, con l’umidità che minaccia seriamente la corrosione dei muri interni ed il ferro degli elementi portanti mettendo a rischio la stabilità delle strutture.

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