Processo operazione Panta Rei, Mollica parte civile

di Francesca Alascia
15/11/2016

Celebrata l’udienza preliminare nei confronti dei boss palermitani di Porta Nuova nell’ambito della cosiddetta Operazione “Panta Rei”. Vittima delle richieste estorsive anche un’impresa di Gioiosa Marea, che si è costituita parte civile. Pretendevano il versamento del 3% dell’importo dell’appalto per “mettersi a posto” ed essere lasciati tranquilli, queste le condizioni dettate dal clan mafioso di Porta Nuova, tra i destinatari dell’estorsione anche la ditta di Gioiosa Marea di Antonino Mollica, impegnata nell’estate 2014 nel cantiere per i lavori di ristrutturazione della scuola Vittorio Emanuele III di Palermo.[sam_pro id=”1_1″ codes=”true”]
Nel corso dell’udienza preliminare svoltasi nell’aula bunker dell’Ucciardone, l’imprenditore Mollica, che tra i primi denunciò le richieste estorsive ai carabinieri della stazione gioiosana al comando del maresciallo Santo Fazio, ha presentato istanza di costituzione di parte civile, con l’assistenza dell’avvocato di fiducia Alvaro Riolo. Diverse parti civili hanno inoltre chiesto di costituirsi, tra le quali anche varie associazioni antimafia e antiracket. Sulle costituzioni le difese interverranno alla prossima udienza, rinviata al prossimo 23 novembre, nella quale il Gup deciderà in merito. Lo scorso dicembre l’operazione “Panta Rei”, consentì di sgominare , con l’arresto di 38 persone, i mandamenti di Porta Nuova e Bagheria con l’arresto di 38 persone, accusate a vario titolo di associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. I carabinieri del comando provinciale di Palermo accertarono sette episodi di estorsione ai danni di commercianti e imprenditori, costretti al pagamento del pizzo con cadenza mensile o in occasione delle festività di Pasqua e di Natale. La maggior parte delle attività commerciali prese di mira si trovavano nella zona del Borgo Vecchio, nella quale le vittime hanno deciso di abbattere il muro di omertà e di collaborare con gli inquirenti.
Sarebbe stato inoltre acclarato il coinvolgimento in un episodio estorsivo di un consigliere del comune di Santa Flavia: insieme ad un boss avrebbe costretto un imprenditore a consegnare la somma di 20.000 euro a titolo di “messa a posto” per la compravendita di un terreno in cui la vittima avrebbe dovuto costruire degli immobili.

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