Taormina, due arresti per estorsione grazie alla denuncia di un imprenditore

di Redazione
26/07/2017

I militari della compagnia carabinieri di Taormina, la scorsa notte, presso la Casa Circondariale di Siracusa hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 2 esponenti di Cosa Nostra Etnea ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso. Si tratta di Francesco Antonio Faranda, ritenuto appartenente al clan Brunetto, egemone nell’area sub-etnea nord-occidentale, e Emanuele Salvatore Blanco, anche lui ritenuto appartenente al clan Brunetto. I provvedimenti di carcerazione emessi dal gip Eugenio Fiorentino del Tribunale di Messina su richiesta del procuratore aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, Sebastiano Ardita, e del sostituto Procuratore della Repubblica, Francesco Massara, sono scaturiti dalla prosecuzione una più complessa attività d’indagine svolta dall’aliquota operativa e denominata ‘Good Easter’, che ad aprile scorso aveva portato all’arresto anche di altri due esponenti di spicco di Cosa Nostra e che ha visto oggetto dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere anche Carmelo Porto, ritenuto anche per pregresse vicende giudiziarie elemento apicale del clan mafioso Cintorino.

Nella prima operazione i militari dell’Arma durante l’attività di prevenzione avevano acquisito da fonti confidenziali la notizia che appartenenti a clan mafiosi operavano anche nel Comune di Taormina tentando di sottoporre a estorsione attività economiche e nello specifico rivendite di autovetture. In questa circostanza invece i due soggetti tratti in arresto per estorsione in concorso, con l’aggravante di aver agito con il metodo mafioso sempre nell’aprile scorso, avevano posto in essere atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere un imprenditore titolare di agenzia del luogo a concludere un contratto di assicurazione di autoveicolo con targa di prova, nonostante la targa non fosse registrata alla banca dati, condizione questa necessaria alla conclusione del contratto. Nello specifico dopo che l’imprenditore aveva comunicato ad uno degli aguzzini il rifiuto alla stipula del contratto di assicurazione, quest’ultimo telefonicamente lo aveva minacciato: “Sono problemi tuoi, forza il sistema, premi il bottone e fammi la polizza..” e poi ancora: “…senti tu non lo sai chi sono io? Quando ti chiedo una cosa chiudi l’ufficio e vieni subito a casa mia, non ci vieni?”, altrimenti avrebbe sistemato con le maniere forti la faccenda.

I militari operanti hanno quindi predisposto tra le altre attività un servizio di vigilanza nei confronti della vittima e della sua compagna: i carabinieri avevano notato la presenza di un soggetto (prontamente riconosciuto in Emanuele Salvatore Blanco) nel tardo pomeriggio di un giorno di aprile davanti alla porta dell’agenzia della vittima e all’arrivo di quest’ultima vi aveva fatto ingresso soffermandosi per alcuni minuti: una volta uscito si era messo alla guida della sua autovettura ma era stato bloccato ed accompagnato presso una stazione carabinieri dipendente dalla Compagnia di Taormina. Le indagini condotte dai militari avevano avuto riscontro e risultavano concordanti con la Procura della Repubblica di Messina. Determinante anche questa volta è risultato essere il coraggio, la determinazione e la collaborazione dimostrata dall’imprenditore che in piena sinergia con la magistratura di Messina e con l’arma dei carabinieri ha permesso di assicurare alla giustizia due malviventi. La loro opera ha permesso agli inquirenti, in tempi brevissimi, di respingere il fenomeno criminale che cercava di trovare spazio nella fascia costiera dell’Ionio e nei vicini comuni limitrofi.

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