Torrenova, comitati anti-biomasse all’attacco: «A rischio la salute sui Nebrodi»

di Salvo Lapietra
13/06/2015

Annunciano una manifestazione per domenica prossima e intanto avviano una campagna di sensibilizzazione tra i cittadini. Obiettivo: fermare la costruzione di tre impianti a biomasse nel comune di Torrenova in provincia di Messina. In campo sono intanto scese Legambiente, il Comitato “No biomasse, no pirolisi”, il comitato ZeroWaste. Il perché sia necessario fermare quei tre impianti lo hanno dettagliatamente spiegato in un volantino di quattro pagine che è stato distribuito oggi: la costruzione di questi impianti metterebbe a rischio la salute nell’area dei Nebrodi. Si tratta, spiegano i comitati, di «tre centrali per la produzione di energia elettrica in avanzata fase di realizzazione ed entreranno in funzione nel territorio del comune di Torrenova: una centrale si trova in Contrada Cuba all’interno di una zona agricola, la seconda centrale in contrada Pietra Roma all’interno di un fabbricato industriale, la terza in località Piano Stinco in un sito attualmente adibito a trattamento di rifiuti differenziati». Titolari dei tre impianti (ognuno dei quali con una potenzia inferiore ai 200 KW e dunque autorizzabile da Comune con procedura amministrativa semplificata) sono tre distinte società (la Società Nautilus srl, la Multiecoplast srl, la New Energy srl) «riconducibili – si legge nel documento – allo stesso gruppo imprenditoriale che gestisce la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani a Torrenova e in tanti altri comuni della zona». Una società, la Multiecoplast di cui è presidente del Consiglio di amministrazione Antonio Paterniti, che come si legge sul suo sito internet (www.multiecoplast.it) si occupa di igiene urbana a Ercolano in provincia di Napoli, a Milazzo, a Barcellona Pozzo di Gotto, nelle Isole Eolie e nei 33 comuni che fanno parte dell’Ato Messina 1.
I progetti che riguardano gli impianti di Torrenova prevedono la pirolisi (due di essi) e la combustione (il terzo) di biomasse vegetali reperite in zona e di combustibile solido secondario (Css) che si ottiene dal trattamento dei rifiuti solidi urbani. Ecco, il timore degli esponenti del comitato è che sia proprio quest’ultimo il vero obiettivo della società che ha programmato e attuato la costruzione degli impianti: «Il più delle volte chi presenta il progetto si impegna a impiegare materiale reperito in zona – si legge nel documento – ma visti i consumi di questi inceneritori non è difficile capire come sia impensabile raggiungere la quantità necessaria per rendere remunerativo l’investimento solo con le potature degli alberi o con i legname del taglio consueto dei boschi della zona». Gli esponenti dei comitati chiamano in causa il sindaco di Torrenova Salvatore Castrovinci (il quale nelle scorse settimane ha annunciato che avrebbe querelato i rappresentanti del comitato locale): «Perché – chiedono – il sindaco non ha convocato la conferenza dei servizi in cui si sarebbe potuto ascoltare il parere di Enti (Arpa, Sovrintendenza, Forestale, Vigili del Fuoco, Genio civile, dipartimento regionale Energia), portatori di interesse, associazioni e semplici cittadini e ha lasciato con il silenzio assenso che la costruzione delle centrali partisse?»

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