Tortorici: lo scontro infinito sui locali per l’Itet

di Redazione
10/12/2016

“Invito a manifestazione di interesse per locazione di un immobile da destinare ad uso scolastico nel Comune di Tortorici”. E’ della Città Metropolitana di Messina, pubblicato a ottobre, scaduto lo scorso 10 novembre ed andato deserto. I locali che l’ex Provincia chiede devono essere destinati alle tre classi distaccate dell’Itet Statale Tomasi di Lampedusa di Sant’Agata di Militello, collocate dal 1990 nel plesso di Antonino Paterniti Mastrazzo, titolare insieme alla moglie anche di una farmacia nel comune nebroideo. Con una lettera inviata alcune settimane fa a Palazzo dei Leoni, il proprietario chiede la restituzione della sua struttura, una decisione che in realtà la città Metropolitana auspicava inutilmente almeno da tre anni, da quando si è insediato il Commissario Filippo Romano che si è posto tra gli obiettivi quello di ridurre le spese dell’ex Provincia.

Nella lista dei fitti passivi da tagliare al primo posto il Commissario aveva messo proprio quegli 86mila euro l’anno, pper 1260mq occupati dai 55 allievi dell’Istituto tecnico. E’ un altro tassello che si aggiunge ad una vicenda paradossale che è ancora lontana da un epilogo malgrado l’ex Provincia stia continuando a cercare una soluzione. La Direzione affari finanziari e tributari sta facendo una ricognizione per individuare se ci siano plessi disponibili di proprietà di Enti pubblici consultando anche la banca dati dell’Agenzia delle Entrate. Un’ulteriore richiesta è rivolta al Comune di Tortorici per sapere se l’Ente ha nella disponibilità locali da utilizzare per accogliere le tre classi distaccate dell’Itet di Sant’Agata Militello.

Sarà interessante sapere cosa risponderà questa volta Carmelo Rizzo Nervo, al suo quarto mandato di sindaco, che ha sempre escluso soluzioni alternative all’attuale sede, a differenza ad esempio dei colleghi di Brolo e Naso che hanno da subito ceduto propri immobili a titolo gratuito per ospitare gli istituti superiori. Un immobile dicevamo di 1260mq utilizzato per un esiguo numero di allievi mentre sarebbero bastati, secondo i parametri normativi, 300mq.

In 23 anni sono stati spesi circa 2milioni di euro, praticamente la cifra più alta sostenuta dalla Provincia in rapporto al numero di alunni, circa 1500 euro annui per studente. I locali inoltre non risponderebbero alle vigenti norme di sicurezza e gli adeguamenti non sono mai stati eseguiti dai proprietari. E’ stato fatto il bagno per disabili ma non c’è un montascala né un ascensore per consentire l’accesso ai portatori di handicap. Le iscrizioni in questi anni si sono sempre mantenute costanti e sembra che per incentivarle, oltre i libri di testo gratuiti, venisse previsto per ogni studente un bonus di 200 euro offerto da uno sponsor anonimo.
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