Tortorici: Operazione Senza Tregua, in 14 a giudizio

di Francesca Alascia
01/12/2016

Si è svolta oggi l’udienza preliminare dell’operazione “Senza Tregua” che vede alla sbarra 14 imputati a giudizio con rito ordinario con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, traffico e spaccio di droga nella zona tirrenica e nebroidea e 4 le posizioni stralciate.

Il Gup del tribunale di Messina Monica Marino ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti di Giuseppina Chiaia , 25 anni,  Francesco Costanzo 28 anni,  Rina Calogera Costanzo 48 anni, Luca Destro Pastizzaro 22 anni, Andrea Favazzo 21 anni , Gianluca Favazzo 40 anni, Antonio Foraci 52 anni, Cristian Foraci 27 anni, Roberto Galati Giordano 38 anni, tutti residenti a Tortorici, Sebastiano Galati Rando 34 anni residente a Maniace, Simone Ingrillì 22 anni di Capo d’Orlando, Giovanni Montagno Bozzone 51 anni nato a Tortorici, residente a Torrenova, Giuseppe Domenico Raneri 20 anni di Sant’Agata Militello e Massimo Salvatore Rocchetta 41anni di Tortorici.

Il processo inizierà il 28 marzo 2017 davanti al collegio giudicante del tribunale di Patti. E’ stata stralciata la posizione di quattro indagati, i quali saranno giudicati il prossimo 15 dicembre, si tratta di Giuseppe Sinagra, che ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, Giovanni Aspri, Sebastiano Favazzo e Vincenzo Rosano.

L’inchiesta, condotta dai pubblici ministeri della Dda di Messina Angelo Vittorio Cavallo, Vito Di Giorgio e Fabrizio Cavallo, di concerto con il commissariato di Polizia di Capo d’Orlando e la Squadra Mobile di Messina, scattata lo scorso 29 maggio, portò all’esecuzione di 23 ordinanze di custodia cautelare.

L’operazione stroncò la rinascita del clan mafioso dei Bontempo Scavo, a Tortorici. Avviate le indagini gli inquirenti intuirono che, a Tortorici, si stava facendo largo un nuovo boss emergente Antonio Foraci detto “u calabrisi. Il proseguo delle indagini confermò infatti  l’esistenza di una vera e propria struttura mafiosa, pienamente operativa nel campo delle estorsione e del traffico di droga negli anni 2013 e 2014, in stretti rapporti sia con la potente famiglia della ‘ndrangheta calabrese dei Nirta – Strangio sia con la mafia catanese.

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