Bonus Cultura per comprare telefonini e tablet, scoperta truffa ad Enna

di Redazione
25/09/2020

Con i 500 euro annuali del Bonus Cultura hanno comprato telefonini, tablet e personal computer. Le somme erogate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo dovevano servire, però, per acquistare libri, musica, biglietti per concerti, mostre e cinema. Così 205 neodiciottenni, della provincia di Enna, sono stati scoperti dalle Fiamme Gialle di Piazza Armerina a seguito di una accurata indagine durata alcuni mesi.

Al centro della truffa, dell’ammontare di circa centomila euro, una società di Barrafranca, attiva nel settore del commercio al dettaglio di apparecchi elettronici a cui in questo caso, i ragazzi – beneficiari del bonus cultura – si sono rivolti per spendere irregolarmente il loro voucher per apparecchi elettronici tecnologici, non consentiti in base alla normativa vigente (L. 208/2015 e L. 232/2016) documentando, di contro, fittiziamente una serie di acquisti di E-book.

L’attività di polizia economica trae origine da un monitoraggio svolto a livello nazionale dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della Guardia di Finanza di Roma di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e coordinata, a livello locale, dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Enna.

Il successivo sviluppo operativo da parte dei Finanzieri della Tenenza di Piazza Armerina, ha permesso di acquisire una serie di inconfutabili elementi probatori atti a dimostrare che la società coinvolta aveva dichiarato mendacemente, nelle proprie comunicazioni mensili necessarie per ottenere il successivo rimborso, di aver venduto beni consentiti dalla legge istitutiva del bonus, come ad esempio, e-book, che però non aveva mai commercializzato.

Ai 205 utilizzatori del bonus, che hanno acquistato prodotti difformi da quelli ammessi al beneficio, sono state contestate sanzioni amministrative per oltre 230.000,00 euro, mentre il legale rappresentante della società di apparecchi elettronici coinvolta è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Enna per il reato d’indebita percezione di contributi erogati a soggetti privati ai danni dello Stato, condotta che prevede la pena della reclusione sino a tre anni.

In questo recente periodo, caratterizzato da una diffusa erogazione di sovvenzioni pubbliche, per sostenere la grave crisi economica dovuta dall’emergenza pandemica in atto, l’indagine – condotta dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Enna –  s’inquadra nei compiti di polizia economico-finanziaria attribuiti al Corpo a tutela della spesa pubblica a contrasto di ogni forma di abuso ed a garanzia del corretto impiego delle risorse a favore della collettività, per favorire crescita e sviluppo sociale.

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