Carni infette. Bernadette Grasso: “Vertici Asp inadeguati”

di Emma De Maria
04/01/2017

Rocca di Capri Leone – “L’eradicazione di malattie infettive come la tubercolosi, la brucellosi e la leucosi, negli allevamenti della provincia di Messina, rappresenta un obiettivo tutt’altro che raggiunto. Siamo di fronte a un palese fallimento,  frutto dell’incapacità, o forse della negligenza, dei vertici dell’Azienda sanitaria provinciale. Responsabilità sulle quali si dovrà fare chiarezza, anche attraverso un commissariamento della direzione strategica di palazzo Geraci”.

 

A puntare ancora una volta il dito contro quella che definisce l’inadeguatezza dei controlli in tema di sicurezza alimentare è Bernadette Grasso, componente della commissione Sanità dell’Assemblea regionale siciliana.

 

“I vertici Asp conoscevano da tempo quei fatti e quelle circostanze, verficatisi tra il 2014 e il 2015, che hanno contribuito a rendere fragili, vulnerabili e infine inefficaci i controlli sanitari effettuati dal personale medico veterinario dell’azienda – accusa l’esponente di Forza Italia, raggiunta telefonicamente dalla redazione di NedrodiNews – ciononostante, coloro che avevano il dovere di agire, mettendo in campo una programazione adeguata, non lo hanno fatto: negligenza che ha contribuito a determinare pesanti ricadute su un comparto, quella della sicurezza alimentare e della tutela delle zootecnie, già profondamente compromesso”.

 

E’ sopratutto la mancata adozione interventi strutturali a rappresentare, per la deputata azzurra, il vulnus più significativo: “Più volte gli allevatori hanno denunciato la presenza di focolai infettivi –  ricorda – manifestando la disponibilità a cooperare con le istituzioni allo scopo di contrastare un fenomeno che sta portando molti di loro sull’orlo del fallimento. A questo scopo, nel settembre 2015, ho chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico attraverso il quale enti e organismi preposti, unitamente a una rappresentanza di allevatori, potessero discutere e affrontare sinergicamente la questione per arrivare a una soluzione condivisa – spiega  la Grasso – mentre nel dicembre dello stesso anno ho proposto la nascita di una commissione interministeriale, composta dagli assessorati regionali competenti e da una rappresentanza del ministero della Salute. Organismo, quest’ultimo, che non si è mai insediato”.

 

Un sistema inefficiente, legato a posizioni dirigenziali profondamente inadeguate: “Il sottoutilizzo del personale medico veterinario è frutto di una precisa scelta attuata dai vertici di via La Farina – sottolinea la deputata – quella di perseguire e prediligere il raggiungimento di progetti obiettivo aziendali che si esaurivano in pochi mesi, anche stornando cifre destinate alla prevenzione del randagismo, a discapito della continuità e qualità delle ispezioni all’interno degli allevamenti”.

Numeri di un fallimento, quello degli obiettivi di eradicazione che, come nel caso della brucellosi, sostiene la componente della commissione Sanità, erano finiti da diverso tempo sulla scrivania del numero uno di palazzo Geraci: “Mi chiedo, a questo punto, perché non intervenire prima? Perché aspettare l’esito delle indagini  – si interroga  – quali sono le azioni che l’Asp ha messo in campo in questi anni per contrastare e prevenire il diffondersi della malattia? E perché i primi provvedimenti arrivano soltanto adesso”?

Deboli anche le soluzioni ipotizzate dal governo regionale: “Annunciare concorsi e nuove assunzioni non rappresenta di certo la soluzione – apostrofa la Grasso – un intero territorio sta pagando un prezzo altissimo per il diffondersi di focolai infettivi che non si è voluto o saputo debellare. A questo punto non basta attuare una rotazione del solo personale medico veterinario, è necessario guardare in alto – rilancia – e introdurre una turnazione anche per dirigenti. Nessuno è inamovibile e chi ha sbagliato deve lasciare”.

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